Spettacolo

Standing Ovation per Alessandro
Quarta al Museo del Violino

Ovazione del pubblico e bis sabato sera all’Auditorium Giovanni Arvedi, che ha ospitato, in occasione delle celebrazioni dei 10 anni del Museo del Violino, il compositore e violinista Alessandro Quarta. Accompagnato dal pianista Giuseppe Magagnino e dall’Orchestra Bruno Maderna, diretti da Danilo Rossi, ha eseguito in prima assoluta mondiale I Cinque Elementi, opera da lui stesso composta.

Ispirata agli elementi della natura (terra, acqua, aria, fuoco ed etere), l’Opera in realtà è formata da sei brani, perché a introdurre i Cinque Elementi c’è la Creazione, senza la quale ci sarebbe solo il nulla. L’opera ha una trama con un inizio e una fine in cui il compositore con il suo violino ha voluto urlare musicalmente la gioia ma anche la preoccupazione dei cinque elementi “Il Fuoco – ha spiegato il compositore -che mi pervade quando suono, Acqua fluida come la musica, Terra che ho necessità di sentire, attraverso il palco, sotto i piedi. L’Aria delle note, lo spazio tra loro e ogni volta che apro gli occhi, li rivolgo al cielo, all’Etere”.

Guardando agli elementi, Alessandro Quarta immagina la Terra, come una anziana signora, una dama di classe che ha molto da raccontare, con pacatezza e un po’ di malinconia, il suo accordo il do minore. Acqua nasce dalla sua terra, Otranto, la Porta d’Oriente più importante del Mediterraneo, la prima a vedere il Sole: il suo accordo, Mi bemolle maggiore.

Aria è il movimento, la danza delle fronde che è respiro, un Elemento che ci tocca da vicino, apparentemente meno importante, ma fondamentale. Non solo uragano, ma respiro. Non ha colore, non la vediamo ma è dentro di noi e fuori di noi. Tre accordi, tre motivi: Mi minore, Sol maggiore, Si maggiore. Fuoco nasce con un tango cubano, in La minore, per il fuoco dell’Eros che alimenta la vita, quello della sessualità; ma anche quello che brucia che devasta dei fulmini, dei vulcani, degli incendi e quello infernale, demoniaco, che lascia lo spettatore senza respiro. La minore l’Eros, Re minore il demoniaco.

La fine del Fuoco dà l’idea che l’Opera sia conclusa con gli ultimi tre minuti che sono devastanti, sia per il compositore ma anche che per chi ascolta; invece, a chiudere l’Opera, c’è l’ultimo Elemento, Etere in Re bemolle maggiore. Nell’Opera si evince anche quanto di positivo e negativo ci sia in ciascun elemento, lo Yin e lo Yang. Con la sua musica l’artista riesce a evidenziarne la potenza positiva, ma anche la forza distruttiva; ci costringe a riflettere su quanto siano necessari alla vita i Cinque Elementi e allo stesso tempo a fare i conti con il rischio distruttivo che ognuno di questi ha insito in sé soprattutto per l’impassibile ed incosciente irresponsabilità dell’uomo. Un’opera molto attuale che porta riflettere e avere cura del nostro pianeta.

“È la quarta volta che vengo qui. Vorrei ringraziare il fautore di tutto questo, uno dei pochi al mondo che crede e utilizza i soldi per l’arte. Quindi ringrazio il Cavalier Giovanni Arvedi per aver donato i soldi all’arte e per tener vivo il sogno di tutti noi artigiani dell’arte” ha detto l’artista.

Silvia Galli

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...