Cronaca

Minore rieducato grazie alla
navigazione. Storia di legalità

Diceva che aveva il mal di mare e che aveva paura, ma se si è riabilitato è stato proprio grazie alla navigazione. Una storia di legalità, quella di un ragazzo, oggi 20enne, che sette anni fa ha avuto l’occasione della sua vita per rimettersi in carreggiata. Sembrava irrecuperabile, e invece cento giorni passati su una grande barca a vela, da aprile a settembre del 2019, tra Genova, l’isola d’Elba e Livorno, gli hanno ridato la speranza per il futuro. La sua rotta per la legalità l’ha tracciata con l’associazione Tetragonauti, sede a Milano, con la barca ormeggiata al porto di Genova, e grazie all’intuito di due magistrati del Tribunale per i minorenni di Brescia: il presidente Cristina Maggia e il procuratore Giuliana Tondina. La storia del ragazzo è stata raccontata dall’avvocato Marilena Gigliotti, che da più di 20 anni si occupa anche di minori, durante l’incontro organizzato dall’assessorato alle Politiche sociali con l’intervento dei due magistrati.

L’avvocato Gigliotti

Diversi i reati commessi dal giovane dal 2016 al 2018, da quando aveva 14 anni. Emarginato a scuola e con molte fragilità, si dedica ai furti con strappo, alla ricettazione, alle lesioni, tutti reati commessi contro coetanei e adolescenti, insieme ad un gruppo di amici sbagliato. A 16 anni finisce in carcere: “Ho sempre creduto nel recupero di questo giovane”, ha raccontato l’avvocato Gigliotti. “Bisognava trovare la chiave giusta”.

Il legale aveva impugnato la misura della custodia cautelare in carcere e la presidente Maggia, magistrato con la passione per la navigazione, “è rimasta molto colpita dalla storia di questo ragazzo”, ha spiegato l’avvocato, “dimostrando un grande senso di umanità. Si è detta subito fiduciosa anche rispetto alla mia richiesta che potesse perseguire un percorso di messa alla prova. Da qui si è costruito un percorso anticonvenzionale: i 100 giorni in barca (non continuativi), grazie all’idea dell’educatore Gabriele. Il giovane ha potuto vedere come funziona la convivenza sulla barca, dove gli spazi sono limitati, ha imparato il rispetto delle regole, a prendersi cura di sé, a cucinare per tutti, a tenere pulita la barca, a fare manutenzione. E ha imparato ad avere dei progetti. Certo, non sono mancati momenti di difficoltà, ma la messa alla prova ha funzionato”. E’ seguito poi un corso, il patentino per guidare il muletto e un lavoro onesto.

“Nell’ambito minorile”, ha detto l’avvocato Gigliotti, “abbiamo una legge che funziona benissimo, se correttamente applicata. Non vi era alcuna necessità di cambiarla, perché aveva inserite tutte le misure di contenimento, di supporto per percorsi rieducativi. È chiaro che se non si danno risorse economiche, anche i progetti da mettere in campo sono improponibili. L’inasprimento previsto dal ‘decreto Caivano’ non porterà benefici, anzi. Sul nostro territorio abbiamo una realtà molto virtuosa dove c’è una rete efficace a partire dalla presa in carico del minore fino al momento del suo reinserimento sociale”.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...