Cronaca

Palazzo Fodri risplende di nuovo
Completati i lavori esterni

Inaugurata con grande presenza di appassionati di arte e architettura la facciata restaurata di Palazzo Fodri, in corso Matteotti 17, in una mattinata, quella di ieri venerdì 29 settembre, densa di sinificato per la cura e la valorizzazione del patrimonio storico cittadino. Alla presenza del soprintendente Archeologia, Beni Artistici e Paesaggio di Cremona, Lodi, Mantova Gabriele Barucca, sono stati illustrati i lavori fortemente voluti da Fondazione Città di Cremona, proprietaria dell’immobile, eseguiti su progetto di Massimiliano Beltrami e consulenza scientifica di Angelo Giuseppe Landi dall’impresa Brognoli.

Fondamentale l’apporto del Laboratorio di Restauro, con il coordinamento di Sonia Nani e Francesca Cè, supportate da un team composto da Valentina Ghisleri e Serenella Bertazzi come restauratrici, Pietro Zovadelli per gli elementi lignei e Piergiacomo Belli di 55 LAB srl per le tinteggiature. Un approccio multidisciplinare che ha garantito il restauro completo e accurato della facciata di Palazzo Fodri, in particolare del fregio marcapiano e di quello sottostante la gronda, preservandone la notevole importanza storica e architettonica.

Grazie alla stretta collaborazione tra tutti questi soggetti la facciata è tornata a risplendere e si è salvata dal degrado.
Tanti gli interventi durante la mattinata, a comuinciare dal saluto del vescovo Anotnio Napolioni letto dal segretario generale della Fondazione Lamberto Ghilardi.  Il sindaco Gianluca Galimberti ha parlato di un palazzo vivo, che dal 2015 ha progressivamente visto accrescere le sue funzioni, ospitando via via imprese culturali e aziende del settore informatico: “Una progettualità, quella di Fondazione Città di Cremona, che interpreta le linee di sviluppo della città, che grazie a ciò è pulsante e viva”.

Il Soprintendente Barucca ha parlato di un “intervento molto significativo, che mette in evidenza una peculiarità dei nostri territori, i bassorilievi in terracotta di fine Quattrocento. Questi lavori di restauro sono utili per dare una caratterizzazione al territorio, in un palazzo straordinario, sintesi di storia e di diversi utilizzi.
“Quando si parla di restauro – ha aggiunto –  bisogna partire dalla conoscenza e dalla storia dei restauri precedenti, solo così si può affrontare con cognizione di causa un lavoro serio. E qui ci sono stati i presupposti  per fare un intervento di grande qualità”. Barucca ha poi auspicato che si possa presto mettere mano anche ai fregi del cortile in cotto.

Angelo Giuseppe Landi ha poi illustrato i criteri che hanno indirizzato il paziente lavoro di restauro, soffermandosi in particolare sul fregio marcapiano, opera di Giovanni De Fondulis che riprende una celebre incisione del Mantegna, la “Zuffa tra dei marini” (1458-1480): un’enorme occasione – l’ha definita –  per approfondire la conoscenza di quest’opera su cui sono state effettuate pulitura, consolidamento e protezione. “Così – ha detto – è riemersa la tridimensionalità di questo manufatto, che oggi anche chi cammina lungo il marciapiede, può apprezzare”.

Uliana Garoli ha parlato di un intervento che si è sviluppato su più anni in maniera graduale, iniziato lo scorso anno nella parte che ospitava la banca e continuato da gennaio ad oggi nella parte più antica.  Un lavoro che ha dovuto fare i conti anche con le risorse e per questo è stato fondamentale che tutti gli spazi disponibili venissero riempiti: Centro per l’Impiego della Provincia di Cremona, una società di engineering e Net4Market, e poi la Galleria d’arte, CrForma, Università di Pavia con la laurea magistrale in restauro, Scuola di danza e coro Costanzo Porta: un mix pubblico e privato che rappresenta un valore aggiunto e che rende palazzo Fodri un sistema vivo nel cuore della città.

L’immobile era stato acquistato durante il mandato di Umberto Lonardi alla presidenza della Fondazione; la facciata è stata restaurata con un investimento di oltre 500mila euro attinti da fondi propri, con l’agevolazione parziale del bonus facciate e con un contributo di Fondazione Comunitaria, rappresentata dal presidente Cesare Macconi. Un contributo di 50mila euro che ha attinto al fondo istituito dalla professoressa Giuseppina Cella proprio per agevolare interventi di restauro e abbellimento del patrimonio storico cittadino.

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