Cronaca

Nuovo anno pastorale: in
Cattedrale il cardinale Zuppi

cardinal Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana

«Come Chiesa camminiamo insieme, pensiamo insieme, nella comunione. Perché non c’è Chiesa senza comunione e non c’è comunione senza l’altro». Le parole del cardinal Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella serata di venerdì 29 settembre nella Cattedrale di Cremona hanno tracciato la strada all’anno pastorale che si apre per la Diocesi di Cremona.

L’occasione è stata, in un Duomo gremito e partecipe, l’assemblea ecclesiale del 29 settembre, che ha fatto seguito al pellegrinaggio diocesano al Santuario di Caravaggio di domenica 24 settembre (leggi qui) e cui seguiranno il convegno diocesano di sabato 30 settembre in Seminario e le ordinazioni diaconali nella serata di domenica 1° ottobre in Cattedrale (per saperne di più cliccare qui). Quattro occasioni di particolare significato ad apertura del anno pastorale, sul tema “Una vita che accende” (leggi qui). Occasioni di Chiesa che intendono offrire uno slancio rinnovato per l’intera comunità nel segno di un’esperienza di comunione cui il Sinodo ha abituato.

Ad accogliere il cardinal Zuppi è stato il vescovo Antonio Napolioni con il vescovo emerito Dante Lafranconi e un’assemblea numerosa e attenta, fatta di sacerdoti e religiosi inseme a tanti laici, in rappresentanza delle diverse componenti ecclesiali, rappresentando parrocchie e associazioni. Presenti anche le più alte rappresentanze istituzionali civili e militari del territorio.

È stata un’esperienza di Chiesa unita, in preghiera per disegnare le strade del proprio futuro. «Una Chiesa viva, in ricerca, umile e appassionata», come ha detto Napolioni, una comunità che ha saputo leggere il Vangelo di Emmaus guardando all’oggi.

L’attore cremonese Mattia Cabrini nel monologo introduttivo alla serata (che ha preceduto la lettura del brano evangelico di Luca dei discepoli di Emmaus e la prolusione del cardinal Zuppi) ha indossato i panni di uno dei discepoli e si è trovato nello smarrimento di ieri che è quello di oggi: si sono spenti i riflettori, i numeri dei discepoli calano, Cristo pare non vedersi più e i problemi si moltiplicano: diventando crisi climatica, economica, dei migranti che muoiono in mare, educativa. «Ho bisogno di credere», ripete il discepolo nella speranza e luce.

L’intervento del cardinal Zuppi ha segnato un punto di partenza chiaro e netto: «Nostro Signore è entrato nella storia, nella quale siamo immersi» e dalla storia, dalla storia di ciascuno, provata da difficoltà e «tristezze che spengono le passioni», la Chiesa deve ripartire per fare nuova la realtà. Non basta però ripartire insieme, bisogna «saper camminare insieme, pensare insieme», punto sul quale il cardinale ha insistito all’inizio di un anno sinodale durante il quale una delle parole chiave è «discernimento». Perché davvero «quello che viviamo sia nostro – ha proseguito il cardinale – bisogna fare la fatica di trovare delle risposte insieme, ascoltando il Signore e coloro che hai davanti».

Dunque discernimento, ma insieme, partendo dal presupposto che «la chiamata è personale, ma tutti siamo mandati». E se «qualcuno è lontano è per colpa nostra, diceva don Primo Mazzolari», ha aggiunto Zuppi. Sì perché la Chiesa disegnata in questa prolusione è una Chiesa in uscita, «che non è la mania del momento». La Chiesa – ha spiegato Zuppi – è sempre stata missionaria e aperta a tutti. Sulla scorta di don Mazzolari, il parroco di Bozzolo, ha poi ricordato che «quelli che sono lontani lo sono per colpa nostra. Sembrano più distanti ma, diceva il prete di Bozzolo, hanno una domanda di amore che noi non abbiamo». Nel discorso il riferimento a don Primo e I Lontani, «testo che non abbiamo ancora capito, nonostante i lontani siano aumentati»: ne abbiamo oggi i volti più diversi. I volti dei migranti, i volti dei giovani persi in mondi digitali inesistenti e inconsistenti, i volti degli adulti che si rifugiano in dipendenze per evitare di affrontare il reale, i volti delle persone sole ai margini di un mondo segnato dal successo e dall’individualismo. E intanto i problemi si moltiplicano.

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