Cronaca

Resa dei conti al CremonaPo:
6 giovani dal giudice per rissa

Sei ragazzi sono accusati di rissa aggravata per un episodio accaduto il 13 novembre del 2022 al centro commerciale CremonaPo. I sei, tutti albanesi di età compresa tra i 18 e i 32 anni, residenti nelle province di Cremona e Piacenza, erano stati identificati dai carabinieri e ora sono davanti al giudice per l’udienza preliminare che aveva respinto la richiesta di archiviazione già presentata dalla procura. Oggi si è svolta l’udienza in cui le parti hanno ribadito la richiesta di archiviare, e il giudice, lo stesso che si era opposto, si è riservato di prendere la decisione definitiva.

L’avvocato Paolo Brambilla, uno dei difensori

Nel tardo pomeriggio di quel giorno di novembre il gruppo di giovani si era affrontato al piano superiore del centro commerciale, nella zona dei bar e ristoranti, e poi si era allontanato. Gli addetti alla vigilanza e i dipendenti dei locali che avevano chiamato i carabinieri avevano spiegato cosa era accaduto, segnalando la presenza di un ragazzo che nel parapiglia era stato ferito alla testa.

Rintracciato in ospedale, il giovane aveva riferito ai militari che quel giorno, mentre era in auto con degli amici in via Eridano per raggiungere il centro commerciale, un’altra macchina, senza apparente motivo, aveva tagliato loro la strada con una manovra improvvisa. Poi il conducente era sceso e li aveva insultati e minacciati. Tutto sembrava essere finito lì, e invece il gruppo si era ritrovato al centro commerciale dove si era affrontato.

Le telecamere interne avevano ripreso i sei che prima avevano discusso verbalmente in fondo alle scale mobili vicino ai bar e ai fast food, poi la situazione era degenerata, e i ragazzi erano venuti alle mani davanti a numerosi testimoni.

Uno dei coinvolti si era impossessato di una sedia con cui aveva colpito un avversario, mentre un altro aveva preso la stampella di un avventore seduto ai tavoli e l’aveva usata contro i rivali. Poi la fuga dei ragazzi, tranne il ferito che era rimasto a terra.

Per il pm, che ha chiesto l’archiviazione, si tratta di fatti di lieve entità: “una mera lite scaturita per futili motivi e gli elementi acquisiti durante le indagini preliminari non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna”.

Non dello stesso avviso il giudice, che ora dovrà decidere se ordinare o meno l’imputazione coatta.

Sara Pizzorni

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