Politica

Rinnovo Cigni, minoranza attacca:
"Si limiti incarico a un anno"

Dopo il rinnovo dell’incarico ad Andrea Cigni come sovrintendente del Teatro Ponchielli, per tre anni, non si fa attendere una dura presa di posizione da parte della minoranza in consiglio comunale, secondo cui “chi credeva che le forzature e gli strappi praticati dal Sindaco di Cremona tre anni fa sulla vicenda del Teatro Ponchielli fossero un episodio isolato si dovrà ricredere” evidenziano in una nota Carlo Malvezzi (FI), Marcello Ventura (FdI), Alessandro Zagni (FdI), Beppe Arena (FdI), Simona Sommi (Lega), Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona) e Luca Nolli (M5S). Cigni è infatti passato con tre voti favorevoli e due contrari.

A fronte del caos politico che si era generato la volta scorsa e alla luce del fatto che tra meno di un anno ci saranno le elezioni, quindi, i consiglieri hanno chiesto “ai capigruppo di maggioranza di attivarsi per favorire una soluzione equilibrata e rispettosa della dignità di tutti, proponendo il rinnovo dell’incarico per un anno, scelta che avrebbe probabilmente portato ad un voto unanime” spiegano.

“Posizione chiaramente espressa anche da Beppe Arena, che siede nell’assemblea dei soci in rappresentanza della minoranza, interpellato al riguardo nei giorni scorsi.

Tutti ricorderanno che la nomina dell’attuale Sovrintendente avvenne in un clima di grande tensione e divisione, e che a pesare sulla scelta fu il voto determinante del sindaco, il quale dichiarò pubblicamente che la sua conoscenza personale del candidato costituiva un valore aggiunto per l’affidamento dell’incarico” si legge nel documento. “Quindi l’attuale Sovrintendente ricopre il suo incarico solo per una decisione della parte  politica, apertamente rivendicata dal Sindaco e fatta pesare contro ogni perplessità e ragionevole dubbio. 

Lo stesso clima e la stessa spudoratezza sono stati riproposti oggi, a pochi mesi dalla scadenza del mandato, con una decisione che porta a vincolare il futuro Sindaco e la prossima amministrazione, indipendentemente da chi sarà eletto”.

Per l’opposizione, “i rappresentanti delle forze di maggioranza si sono accodati acriticamente alle scelte del Sindaco,  senza cogliere l’occasione per dar voce al disagio, più che prevedibile, che si è rivelato esplicitamente nella spaccatura del CdA. Le motivazioni addotte per giustificare l’ennesima prepotenza sono risibili (e ci attendiamo la scontata risposta con difesa d’ufficio da parte della maggioranza).

L’avvicendamento dei Sovrintendenti avviene regolarmente nelle istituzioni culturali senza inficiare la programmazione delle attività essendo queste ultime dotate di staff qualificati, e non si può certo pensare che non esistano altri professionisti in grado di portare buoni risultati (e i curricula dei candidati esclusi tre anni fa lo dimostrano ampiamente). 

Inoltre il voto  contrario  di due membri del  cda non è espressione di una minoranza politica, che si può bistrattare senza problemi, ma rappresenta  una parte dei  soci della Fondazione, finanziatori del Ponchielli, che permettono al Teatro di sostenere  una programmazione di successo. 

Il Sindaco aveva il dovere di trovare una sintesi tra le diverse posizioni  per arrivare ad una decisione unanime del CdA, perché imporre decisioni con la forza dei numeri non rende onore a chi dovrebbe avere il compito di unire e non certo dividere, alimentando conflitti che non fanno bene né al Ponchielli né alla città.

In discussione ancora una volta è il metodo. Quanto accaduto rivela che la vicenda del Ponchielli è emblematica di una gestione personalistica e padronale del potere, vera eredità dell’Amministrazione Galimberti, che vuole imporsi a qualsiasi costo, dimenticando l’indispensabile rispetto delle istituzioni e delle persone che ogni amministratore è tenuto ad avere” conclude la nota.

 

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