Cronaca

Epatite C infezione subdola,
Asst: importante il test HCV

«Scoprire di essere positivi può spaventare, ma è importante saperlo per tempo: c’è una cura efficace, su cui si può fare affidamento». Giulio (nome di fantasia) è un paziente positivo all’HCV, in cura presso il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Cremona. L’ha scoperto in occasione di un intervento chirurgico programmato: «Sono stato avvisato in sala operatoria – racconta – quando i medici hanno guardato la mia cartella clinica e gli esami di routine prescritti. Ho l’epatite. Non me l’aspettavo, né lo sospettavo. Non ho mai avuto sintomi né avvisaglie che mi facessero pensare a qualcosa di simile. Ero molto preoccupato: se non trattata, questa malattia può incidere sul funzionamento del fegato e portare grossi problemi di salute».


HCV, NEMICO SILENZIOSO
«L’epatite C è una infiammazione del fegato causata da un virus», spiega Angelo Pan, direttore del reparto di Malattie Infettive all’Ospedale di Cremona. «L’infezione acuta è quasi sempre asintomatica e diventa un’epatite cronica in tre quarti dei pazienti. La malattia evolve in modo silente per anni, fino a cronicizzarsi e sviluppare problematiche come l’insufficienza epatica, la cirrosi o il tumore maligno del fegato, l’epatocarcinoma».
Come ricorda il paziente, «Ricevere la notizia è stato un bel colpo, ma scoprirlo per tempo mi ha permesso d’iniziare subito un percorso di cura». Al momento della diagnosi, Giulio è stato subito preso in carico dagli specialisti del reparto di Malattie Infettive, con la prescrizione della terapia farmacologica.

C’È UNA CURA EFFICACE, SENZA EFFETTI COLLATERALI
Le terapie orali oggi a disposizione sono efficaci e ben tollerate: consentono di eliminare il virus in sole 8-12 settimane, con una possibilità di guarigione superiore al 97 per cento. «Non ho avuto effetti collaterali – afferma Giulio – Nel mio caso si trattava di una terapia studiata ad hoc, in modo da evitare interazioni con altre cure in corso, senza comprometterne l’efficacia».
Se viene trattata per tempo – cioè prima che l’infezione cronica sia diventata seria – si devono fare dei controlli dopo la cura per due anni. Chi invece ha forme più complesse deve continuare a fare controlli periodici, oltre a coltivare uno stile di vita sano, a partire dalla ridotta assunzione di alcolici.
«Il dato importante emerso negli ultimi anni- aggiunge Pan – è che dopo la cura il fegato progressivamente migliora, si rigenera. È interessante sapere che anche nei miti greci c’è una storia di rigenerazione di questo organo: il fegato di Prometeo, che aveva rubato il fuoco agli dèi, veniva mangiato d un’aquila ma ogni notte ricresceva. Il mito è diventato realtà».

Angelo Pan

PER FARE IL TEST HCV BASTA UN PRELIEVO DEL SANGUE
Per il virus HCV non esiste un vaccino, per questo la prevenzione è fondamentale: per verificare se si è entrati in contatto con il virus basta un semplice prelievo del sangue. A questo proposito, l’ASST di Cremona aderisce al programma di screening gratuito promosso dalla Regione Lombardia, rivolto ai cittadini nati tra il 1969 e il 1989.
Si può richiedere direttamente al punto prelievi ospedaliero o in uno dei sette centri convenzionati sul territorio cremonese e casalasco. Si può effettuare anche nel contesto di altri esami di routine, l’esito del test verrà consegnato insieme al risultato degli altri esami del sangue. Anche chi non rientra in questa fascia di età può richiederlo.
«Nel mio caso è stata una scoperta fortuita – aggiunge Giulio – ma consiglio a tutti di fare il test per l’HCV. Basta un prelievo del sangue, ma può salvarti la vita».

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: https://www.asst-cremona.it/screening-epatite-c-hcv

 

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