Politica

Festa Unità, Gori: "Transizione
green ma senza ideologie"

Il nucleare? “Se ne dovrebbe almeno discutere”; le auto elettriche? “Non credo siano l’unica alternativa per la transizione energetica, sbagliato escludere i biocarburanti dalle fonti green; le energie rinnovabili? “rappresentano la scelta principale, ma se noi vogliamo arrivare al 2050 avendo scongiurato il rischio che il clima si sia riscaldato di più di un grado e mezzo, forse bisogna essere un po’ meno ideologici e più concreti. Per usare un’immagine che utilizzo spesso: che il gatto sia bianco, nero o grigio, a me interessa poco, l’importante è che prenda il topo”.

A parlare è il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, ospite venerdì sera del terz’ultimo spazio dibattito della festa dell’Unità in corso a Porta Mosa. Un incontro sui temi dell’Europa, al fianco della senatrice Simona Malpezzi, dell’assessore all’Ambiente Simona Pasquali e di Michele Bellini, moderato da Alessia Manfredini.

“Abbiamo il dovere politico – ha detto in un altro passaggio – di stare al fianco di quella fascia di popolazione più fragile che rischia di pagare il prezzo più alto della transizione ecologica”. Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni, “abbiamo delle scadenze, il tempo passa veloce, siamo una piccola cosa nel mondo, l’Europa emette l’8% di Co2″, e per quanti sforzi si facciano, se non c’è un disegno globale che va in quella direzione, sembra che non ci siano risultati”. Di qui l’importanza del green deal europeo che invece è inviso alla destra, anche perchè – questo in sintesi uno degli interventi di Michele Bellini –  rende politicamente di più dipingere uno scenario più tranquillizzante sul clima, piuttosto che guidare passo dopo passo un processo sicuramente non semplice.

Una transizione energetica – quella descritta dal sindaco di Bergamo – che non ha matrice ideologica ma è improntata alla laicità: “Il nucleare di oggi non è più quello di Chernobil o Fukushima e poi siamo circondati da Paesi che lo utilizzano. E noi siamo l’unico Paese d’Europa che non ne sta almeno discutendo”.

Gori ha enumerato poi le scelte green messe in atto a Bergamo, quasi le stesse approntate dal collega Galimberti (tra il pubblico, insieme a tanti nomi del Pd locale, tra gli altri: Luciano Pizzetti, Vittore Soldo, Matteo Piloni, Santo Canale). Più ciclabili; limite dei 30 all’ora nel reticolo urbano; riduzione della dispersione termica in tanti edifici pubblici; economia circolare e ciclo dei rifiuti – la percentuale di differenziata a Bergamo è superiore all’80% e “non abbiamo ancora visto gli effetti della tariffa puntuale che stiamo introducendo adesso”.

Su un argomento che a Cremona ha fatto molto discutere, il termovalorizzatore, Gori non ha dubbi: “Potrei parlare a lungo di quello di Bergamo, è un esempio di come si possano fare cose intelligenti, perchè dai rifiuti si produce calore. Poi magari fra qualche anno inventeranno qualcosa che ha emissioni ancora più basse, ma oggi se si vanno a misurare le emissioni, sono davvero minime e in più con quella parte di calore andiamo ad alimentare buona parte del teleriscaldamento che a sua volta è il sistema più efficace in termini di investimento e risultato, dell’efficientamento degli edifici”.

Per realizzare questa transizione tuttavia “serve un coinvolgimento personale, la politica arriva fino a un certo punto, poi sta al cittadino fare le proprie scelte, come partecipare alle comunità energetiche oppure mettere i pannelli sopra la propria casa, insomma ogni piccolo tassello – anche limitare il consumo di carne – è utile per riuscire a cambiare la direzione di marcia di questo treno in corsa, senza far venir meno le condizioni del benessere sociale. Questa è una  scommessa enorme, che l’umanità condivide e che palesemente ha bisogno di istituzioni sovranazionali; non è pensabile che ogni singolo Paese da solo, per questo il green deal è una grande autostrada che ci coinvolge tutti”. Di qui la difesa del green deal europeo che invece la destra sta demonizzando”.

Non sono poi mancati attacchi alla destra di governo,  soprattutto da parte di chi come Malpezzi vive da vicino le scelte di politica nazionale. Il timore dei Dem è però che questa destra giochi la partita delle elezioni europee additando nell’Ue e nel Pd gli artefici di una transizione green che penalizza un ceto medio sempre più povero. Sarà questo il tema caldo nei mesi che ci separano dal voto. gbiagi

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