Cronaca

Peste suina: Gruppi Operativi
e Bioregolatori le armi in campo

Nella fotografia, il Commissario straordinario alla Peste Suina Africana Vincenzo Caputo e il Presidente della Commissione Agricoltura Floriano Massardi

L’istituzione dei GOT (Gruppi Operativi Territoriali) e la nascita dei Bioregolatori. Sono le “armi” messe in campo dal “Piano di sorveglianza ed eradicazione della Peste suina africana” (PSA) presentato oggi pomeriggio dal Commissario straordinario Vincenzo Caputo in Commissione Agricoltura presieduta da Floriano Massardi.

“C’è massima attenzione da parte di questa Commissione e di Regione Lombardia sulla peste suina che potrebbe avere conseguenze economiche importanti per i territori – ha dichiarato Floriano Massardi -. Si stima che le perdite dell’export lombardo potrebbero arrivare a 60milioni di euro al mese se la peste suina africana si diffondesse in tutta la pianura padana. Il virus, infatti, ha un impatto economico diretto sulle aziende a causa dell’abbattimento dei suini e un impatto indiretto perché comporta l’istituzione di zone di rischio che prevedono restrizioni al movimento di suini vivi e di prodotti a base di carne di suino. L’obiettivo è contenere e controllare la diffusione della PSA per mettere in sicurezza gli allevamenti e l’economia lombarda. È un percorso lungo, ma le misure messe in campo dal Piano presentato oggi in Commissione vanno nella giusta direzione”.

I GOT sono task force composte da una ventina di tecnici degli Assessorati della Sanità, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, coordinati dal Commissario Straordinario, che hanno il compito di mettere in rete i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali nella definizione delle misure di contenimento della peste suina africana.

I Bioregolatori sono i soggetti abilitati al prelievo, biocontenimento e abbattimento dei cinghiali, con specifica formazione in materia di biosicurezza. Dall’elenco dei Bioregolatori possono attingere le Regioni per attività di contenimento del cinghiale, principale “veicolo” di trasmissione del virus anche attraverso le carcasse.

Il Piano, che ha una durata di cinque anni (2023-2028) e che diventerà operativo il prossimo 1° ottobre, si sviluppa su cinque linee strategiche e prevede che sia adottato da ogni Regione. Per la Lombardia l’obiettivo è l’abbattimento di 27mila cinghiali entro la fine dell’anno.

“La Lombardia – ha spiegato Vincenzo Caputo – ha fatto uno sforzo enorme negli ultimi cinque anni in termini di operazioni di prelievo e abbattimento dei cinghiali, ma occorre fare ancora di più perché l’obiettivo del Piano è l’eradicazione del cinghiale dai centri abitati e dai distretti suinicoli”.

L’audizione del Commissario straordinario è stata preceduta da una seduta congiunta tra la Commissione Sanità e la Commissione Agricoltura con la partecipazione dell’Assessore al Welfare Guido Bertolaso che ha fatto il punto sulla PSA in Lombardia. Nella provincia pavese sono stati individuati otto focolai. Il primo, il 18 agosto, nel Comune di Montebello della Battaglia. Il 24 agosto ne sono stati individuati altri cinque nel Comune di Zinasco. A seguire uno nel Comune di Domo e uno in quello di Somma. Da questi otto focolai sono stati abbattuti 13.365 capi. In seguito a indagine epidemiologica ne sono stati abbattuti altri 7.500 in otto allevamenti: tre correlati al focolaio di Montebello della Battaglia, tre a quello di Zinasco e due a quello di Domo. A questi 20.865 capi se ne aggiungono altri 13mila abbattuti in via preventiva per interrompere la diffusione del virus per un totale di 33.865 capi. Le operazioni di abbattimento si dovrebbero concludere entro domenica 17 settembre.

“Regione Lombardia – ha precisato Floriano Massardi – metterà in campo tutte le risorse necessarie per garantire ristori certi e rapidi a tutti gli allevatori che hanno subito degli abbattimenti, pur avendo messo in atto tutte le misure di contenimento”.

“L’attenzione di Regione Lombardia è sempre alta, a partire dalla DGR 1684 che delinea le regole di gestione delle zone di protezione e di sorveglianza, fino a tutte le azioni sanitarie e di prevenzione e contenimento messe in atto -ha sottolineato la Presidente della Commissione Sanità Patrizia Baffi-. E’ encomiabile in questo senso l’impegno del comparto veterinario, con operatori che stanno dedicandosi totalmente sia ai prelievi sia alle fasi di abbattimento, portando avanti un lavoro molto complesso, decisivo nell’accompagnamento del contrasto alla PSA, in un contesto difficile. Pensiamo ai più di 33mila capi abbattuti, ai quali seguiranno adeguati ristori agli allevatori come previsto dalla legge nazionale con un fondo appositamente istituito. Fondamentale è la prevenzione, che deve diventare vera e propria cultura diffusa rispetto al problema della PSA nella gestione degli allevamenti suinicoli, anche attraverso percorsi di formazione specifici. Importante infine è il sostegno da parte di Regione Lombardia agli allevatori nelle attività di messa in sicurezza delle strutture: in questo senso, ancora prima dell’emergere dei focolai attuali avevo chiesto all’Assessore Beduschi un aumento dei fondi sul Bando Biosicurezza al fine di allargarne la zonazione e il pubblico”.

Ai fini del contenimento del virus in provincia di Pavia è stato imposto il divieto di movimentazione e macello dei suini in un raggio di dieci chilometri dai focolai di PSA (zona di protezione) e in tutto il resto della Provincia (zona di sorveglianza).

Oltre alla riduzione la libertà di movimento dei cinghiali e dei suini e la riduzione della presenza dei cinghiali, nella lotta alla PSA fondamentali sono il recupero delle carcasse per bonificare le aree, le misure di biosicurezza per mettere in sicurezza gli allevamenti intensivi di suini affinché possano proseguire la produzione anche in presenza di una diffusione del virus e la sensibilizzazione degli allevatori verso comportamenti di contenimento del virus.

In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini che rappresentano più del 50% sull’intero comparto nazionale. L’80% degli allevamenti lombardi di suini è concentrato nelle Province di Cremona e Mantova. Un settore che, oltre a rappresentare una delle principali filiere per l’economia agricola regionale, alimenta molte delle più importanti produzioni Dop italiane. Ad oggi sul territorio lombardo sono, invece, presenti 5.201 cinghiali, in forte calo rispetto al 2022 (14.663) e al 2021 (14.345).

Nel corso dell’audizione del Commissario straordinario Vincenzo Caputo sono intervenuti i Consiglieri Carlo Bravo (Fratelli d’Italia), Claudio Mangiarotti (Fratelli d’Italia), Matteo Piloni (PD), Ivan Rota (Lombardia Migliore), Silvana Snider (Lega), Marcello Ventura (Fratelli d’Italia).

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