Lo scaramantico Sernicola non
si tira indietro: "Rivogliamo la A"
Le sue parole al Grigio e il Rosso su Cremona1
Terza stagione alla Cremonese per Leonardo Sernicola, sempre tra i più presenti in casa grigiorossa e protagonista di un’intervista al Grigio e il Rosso, andato in onda su Creamon1 questa sera, lunedì 11 settembre. A dispetto della scaramanzia, dopo un percorso travagliato che l’ha portato con la Cremo fino alla massima serie, l’obiettivo – personale e di squadra – rimane la Serie A.
Che inizio di stagione è stato questo e che obiettivi avete?
È stato un inizio sicuramente positivo, sono arrivati dei ragazzi nuovi e c’è da formare innanzitutto un bel gruppo, ma lo siamo anche perché sono rimasti tanti ragazzi dell’anno scorso quindi è molto solido e cercheremo di renderlo ancora più forte perché sarà fondamentale per vincere le partite durante il campionato.
In questo senso, ti senti uno dei senatori di questa squadra? Qual è il tuo ruolo nello spogliatoio?
È la terza stagione qui, ci sono ragazzi più grandi da cui prendo spunto, ma ho 26 anni ed è una maturazione che devo fare nella mia carriera. Sicuramente mi sento importante per la Cremonese.
Quanto sei cresciuto a Cremona, sia a livello personale che professionale?
Mi sento molto cresciuto. Sicuramente il lavoro quotidiano che uno fa trova dei benefici e dei miglioramenti negli anni. Mi sento molto migliorato da quando sono arrivato a Cremona, ho trovato l’ambiente giusto per crescere e ringrazio tutti gli allenatori che ci sono stati.
Quando sei arrivato hai detto: “Credo di essere un terzino equilibrato”. In realtà, al netto delle tue abilità difensive, in questi anni il tuo apporto in fase offensiva è cresciuto sempre di più: credi che sia effettivamente stata una tua evoluzione o dipende da quel che chiede l’allenatore del momento?
Sicuramente lavoro tanto sulla fase offensivo, cerco di migliorarla il più possibile, poi dipende da quello che mi chiede ogni allenatore e cerco di fare del mio meglio. Magari c’è il tecnico che mi chiede di curare più la fase difensiva e mi focalizzo più su quella. Ogni allenatore ha le sue idee e io cerco di mettermi a disposizione.
Una cosa che mi aveva colpito era stata il legame che hai sempre sottolineato con la tua terra: è cambiato qualcosa con la Serie A?
Mah, io mio paese di origine, ci sono nato e cresciuto e ho degli amici con cui, ogni volta che torno, stiamo insieme tutti i giorni. Sicuramente sono molto apprezzato, anche perché siamo 17mila abitanti e mi conoscono un po’ tutti, ci conosciamo un po’ tutti. Sicuramente il palcoscenico della Serie A mi ha dato molta più visibilità.
A proposito di Serie A e del tuo percorso che è stato forse meno lineare di altri: quanto credi che abbia inciso sulla tua carriera?
È stato un percorso molto travagliato ma dico sempre che sono i momenti di difficoltà a formare la persona, il calciatore, ma soprattutto l’uomo. Quindi non rimpiango nessun momento, mi sono serviti tutti quelli difficili fino al raggiungimento della Serie A e spero un giorno di tornarci.
Cosa rappresenta per te la Serie A? È stato il coronamento del tuo percorso o rimane un obiettivo, anche a livello personale?
È stata un po’ entrambe le cose. È stato certamente il coronamento di un sogno. Siamo tornati in Serie B, ma l’obiettivo è quello di tornare nella massima divisione dove la Cremonese merita di stare e ce la metteremo tutta per raggiungere il nostro obiettivo e il mio obiettivo.
Un’ultima curiosità: a livello personale da qualche stagione vesti la maglia numero 17: perché questa scelta e più in generale qual è il tuo rapporto con la scaramanzia?
Mi viene da ridere perché sono molto scaramantico, ne ho parecchie: vado a periodi, i compagni mi prendono in giro: magari un periodo sto facendo bene e faccio una determinata cosa tutti i giorni. La maglia numero 17 me l’ha consigliata mio papà: quando stavo andando a Matera era uno dei numeri liberi perché sono arrivato gli ultimi giorni di mercato e da lì l’ho presa: da allora è il mio numero.
Mauro Taino