Economia

Imprese, segnali di rallentamento,
Auricchio: "Infrastrutture al centro"

Una situazione sostanzialmente stabile, ma qualche piccolo segnale di rallentamento che preoccupa: l’indagine congiunturale, condotta trimestralmente da Unioncamere Lombardia, che nel nostro territorio ha interessato complessivamente 142 imprese appartenenti a tutte le principali attività del comparto manifatturiero, suddivise in 65 imprese industriali e 77 artigiane, disegna un quadro di luci ed ombre.

L’industria conferma il dato congiunturale debolmente negativo dello scorso trimestre (-0,1%) a cui si associa l’artigianato anch’esso in lieve flessione in questo trimestre (-0,6%). Il fatturato recupera sul trimestre precedente per l’industria (+1,7%) ma interrompe il trend crescente con il dato tendenziale in flessione (-0,5%). Il fatturato del comparto artigiano registra invece una flessione in entrambi i confronti temporali (-0,6% congiunturale e -1,2% tendenziale). Segnali contrastanti dagli ordini per l’industria che denotano una situazione di forte incertezza: in contrazione congiunturale dello 0,2% dall’interno e in crescita del 2,7% dall’estero.

Situazione opposta per il dato tendenziale con gli ordini interni in crescita dell’1,2% e gli esteri in contrazione del 2,3%. Andamento marcatamente negativo per gli ordini dell’artigianato in contrazione sia congiunturale (-1,6%) sia tendenziale (-1,2%).

“La situazione congiunturale relativa al secondo trimestre presenta indubbi segnali di rallentamento, con una produzione e una situazione occupazionale che sono sì stazionarie ma su valori assoluti di tutto rispetto” sostiene Gian Domenico Auricchio, Commissario straordinario della Camera di Commercio di Cremona. “Per evitare una ulteriore contrazione è sicuramente indispensabile potenziare il più possibile la domanda interna. Per questo è vitale riuscire a spendere bene e presto le risorse del Pnrr e attuare tutti gli interventi pubblici a sostegno degli investimenti. Per quanto riguarda il nostro territorio resta centrale il tema delle infrastrutture, fondamentali per togliere il territorio dall’isolamento e permettere il pieno dispiegarsi delle potenzialità, anche in ambito turistico, finora non completamente espresse”.

Anche il mercato del lavoro per il settore industriale cremonese risulta poco dinamico con variazioni prossime allo zero sia rispetto al trimestre precedente (-0,1%) sia su base annua (+0,5%). Anche in questo caso l’artigianato registra un andamento più negativo con un calo congiunturale dello 0,9% e tendenziale del 4,0%. Resta contenuto, ma in lieve incremento, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni delle imprese industriali intervistate con il 4,6% che ha dichiarato di avervi fatto ricorso. Percentuale più alta per l’artigianato (6,5%), ma la quota sul monte ore trimestrale è molto contenuta (0,7%).
Sul versante dei prezzi si registrano i primi segnali di raffreddamento, almeno per l’industria, con lievi contrazioni congiunturali sia dei prezzi delle materie prime (-0,5%) sia dei prodotti finiti (-0,1%). Le imprese artigiane, invece, segnalano ancora incrementi congiunturali dei prezzi per entrambe le componenti: +3,1% i prezzi delle materie prime e +2,3% quelli dei prodotti finiti.

Il confronto con la Lombardia e l’Italia dell’indice della produzione industriale evidenzia come i tempi di diffusione delle varie fasi dell’andamento economico siano differenti a livello territoriale. Se per il dato medio lombardo e la provincia di Cremona si registra una fase di sostanziale stagnazione, la media nazionale mostra invece già una significativa flessione congiunturale (-1,3%) e una marcata tendenza negativa, subendo più dei territori lombardi il generale rallentamento dell’economia riscontrato anche a livello internazionale.

Dal punto di vista strutturale il quadro delle imprese cremonesi mostra un lento deterioramento per l’industria con il 54% delle imprese che registra incrementi produttivi, in flessione rispetto al trimestre precedete (erano il 63%). Per contro aumenta la quota di imprese che registra contrazioni dei livelli produttivi (ora al 34% dal precedente 25%). Per gli artigiani il peggioramento è più evidente con un sostanziale pareggio tra imprese in crescita (41%) e in contrazione (39%).
Come conseguenza dei risultati raggiunti nel secondo trimestre e l’intonazione negativa della fase economica, le aspettative per il prossimo trimestre degli imprenditori industriali virano in negativo per produzione e domanda interna. Restano positivi i saldi per fatturato, domanda estera e occupazione, ma la quota di imprenditori che non si aspetta variazioni di rilievo resta prevalente (dal 65% per il fatturato all’86% per l’occupazione).
Il pessimismo è più marcato nell’artigianato, con saldi leggermente positivi solo per la domanda estera, ma con il 78% di imprese che non si attende variazioni. Saldi sensibilmente negativi per produzione, fatturato e domanda interna con quote di chi non si attende variazioni in calo per produzione (57%) e domanda interna (49%) e in aumento per il fatturato (65%).

Le variazioni tendenziali riscontrate a livello provinciale mostrano un quadro in deterioramento con sempre più provincie con segno negativo. Questo risultato differenziato a livello locale dipende dalle diverse specializzazioni produttive e diversi mercati di riferimento. Cremona si posiziona ancora tra le provincie più dinamiche ben al di sopra della media regionale.

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