Lettere

Pieve-S.Daniele, il Comitato del No: “Questa fusione è insostenibile”

da Simone Priori, Comitato NO alla fusione

Egregio Direttore,

in risposta al cittadino Attilio Paolo Zabert, al quale chiediamo perché non si firmi come sindaco e amministratore di Pieve d’Olmi, sottolineiamo che non è demagogia citare dati provenienti dalla Corte dei Conti.

Definire stravagante il documento di questa istituzione in cui si puntualizza la realtà è quantomeno bizzarro.

Si può essere contrari alle idee degli altri ma definirle senza senso e sconfusionate, visto che vengono citate fonti ufficiali, è rappresentativo di una visione arrogante e di parte.

Entrando nei temi citati dal “cittadino”, ribadiamo che non siamo contrari al principio di fusione ma a QUESTA fusione e a chi ne strumentalizza i vantaggi per risolvere i propri problemi economici.

Analizziamo insieme la seguente dichiarazione “pensate ad una famiglia…”. Peccato non si prenda in considerazione che una delle due famiglie ha un debito di quasi tre milioni di euro.

Va bene tirare acqua al proprio mulino ma a tutto c’è un limite.

In merito alle conclusioni economiche alle quali il nostro comitato è giunto, chiediamo vengano mostrati i reali debiti del comune di San Daniele.

Ci spieghino come mai il documento della corte dei conti presenta una realtà diversa da quella mostrata dal quotato professionista che ha redatto il progetto di fusione.

Ad ogni modo, ringraziamo Zabert per la lezione di contabilità, ora attendiamo consigli sul rispetto del silenzio istituzionale referendario.

L’accusa di assoluta impreparazione tecnica che ci viene rivolta (ricordiamo al “cittadino” che non è l’unico capace di redarre un bilancio) dovrebbe invece essere indirizzata al comune di San Daniele.

Sono state proprio le continue anticipazioni di cassa a mettere nei guai il comune guidato da Davide Persico.

Abbiamo poi citato il caso di Piadena Drizzona per dimostrare l’incertezza dell’ammontare dei contributi statali (non garantiti).

Siamo convinti che il Sindaco Matteo Priori confermerà i vantaggi della fusione nei suoi aspetti generali (anche se la minoranza è meno entusiasta) ma nel loro caso il nuovo comune fuso ha dovuto gestire un dissesto e un debito complessivo di circa tre milioni e duecentomila euro?

Zabert inoltre si spende in un’analisi politica fondamentale, a suo dire, citando ora la sinistra, ora la destra e che non interessa questo comitato, nato spontaneamente e svincolato da qualsiasi simbolo politico.

Ci sembra invece evidente la volontà della sua coalizione politica di mantenere saldo il controllo.

La poltrona non si molla!

In merito ai plessi scolastici riteniamo strumentali le dichiarazioni lette.

È il numero dei fruitori, e quindi la demografia, a determinarne l’apertura (purtroppo)!

Le decisioni del provveditore sono quindi estranee al processo di fusione.

È deplorevole e imbarazzante che si strumentalizzino i bisogni delle famiglie per scopi politici!

L’espressione “il vile denaro”, definita dallo Zabert come infelice, vuole sottolineare come l’aspetto economico in questo processo abbia tristemente un ruolo predominante.

Perché non si vuole entrare nel merito del debito di San Daniele?

Al Sindaco Zabert ricordiamo che è stata una grande responsabilità premere per la fusione senza aver sondato la volontà dei cittadini e le necessità delle attività commerciali del territorio.

Promuovendo una fusione insostenibile si sono annullate le potenzialità complessive del processo di fusione.

Siamo certamente solidali con i cittadini di San Daniele, non con i loro amministratori che intendono cancellare anni di malgoverno e di pessima gestione economica con un progetto irrealizzabile.

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