Eredità Brozzoni: quadri al Comune
Appartamento donato al FAI
A un anno di distanza dalla morte, si concretizza la volontà dell’avvocato Gianpietro Brozzoni di donare alla città parte del suo patrimonio sotto forma di un lascito testamentario di cui beneficiano il Comune, la Biblioteca Governativa e soprattutto la fondazione Fondo per l’Ambiente Italiano. Mercoledì la Giunta Galimberti ha formalizzato l’accettazione di due quadri di Carlo Vittori destinati dal professionista al Museo cittadino; una terza opera, un De Pisis, è invece stata destinata al Museo del Novecento di Milano ma potrebbe rimanere in deposito alla Pinacoteca di Cremona che si è detta disponibile ad accoglierla nel caso non vi fosse disponibilità di spazi adeguati nel museo del capoluogo.
Donati invece alla biblioteca una serie di volumi d’arte: Brozzoni era un attento collezionista e in quest’ottica deve essere letta la volontà di lasciare al FAI il suo appartamento in centro a Cremona. Si tratta di un lascito senza vincoli, il che significa che potrebbe anche essere venduto, non trattandosi di un bene fruibile dal punto di vista artistico, quindi poco funzionale allo scopo principale del Fai, quello di salvaguardare e rendere fruibili beni artistici, architettonici e paesaggistici. Ovvio però che i proventi andrebbero a beneficiare una delle tante iniziative che compongono il fine statutario della fondazione e non necessariamente a Cremona.
Il condizionale è d’obbligo anche perchè non è noto se il Fai abbia accettato le volontà testamentarie: da quanto si apprende dalla sede milanese non si sono ancora concluse le pratiche della successione e si stanno valutando le possibili variabili.
Oltre all’appartamento potrebbero esserci altri beni lasciati al FAI: non lo studio – in quanto non di proprietà di Brozzoni – il luogo dove verso gli ultimi mesi di vita il professionista, gravato da una malattia degenerativa, aveva praticamente stabilito anche la sua residenza.
“Brozzoni era un assiduo frequentatore dei nostri eventi – spiega il capo delegazione di Cremona del FAI, l’architetto Angelo Landi – ma non immaginavamo che potesse lasciarci qualcosa. E’ una cosa di cui siamo molto grati e che consideriamo esito del grande impegno che i i volontari mettono per divulgare il bello, innescando anche questi slanci di generosità. E’ probabile che l’avvocato abbia colto il valore di questo impegno”.
Toccherà ora al FAI nazionale qualunque decisione in merito alla monetizzazione dei beni (le delegazioni territoriali non hanno personalità giuridica) e all’utilizzo dei proventi del lascito: come detto potrebbero anche essere destinati ad iniziative estranee al nostro territorio. gbiagi