Cronaca

Afa addio, è arrivata la pioggia
ma anche i primi danni

Foto Marco Zambelli

AGGIORNAMENTO –  La pioggia attesa da previsioni è arrivata. Il ciclone Poppea deve ancora impattare sull’Italia, ma ha già provocato fortissimi temporali con grandine al Nordovest.

A Cremona ieri nessun danno particolare, i Vigili del Fuoco sono intervenuti in ausilio ai colleghi milanesi, zona particolarmente colpita nel pomeriggio dal violento vento e dal nubifragio. Interventi di minori entità sono stati effettuati tra le 20 e le 22 a Offanengo, per alberi pericolanti, a Crema e Ricengo.

Questa mattina la pioggia si è abbattuta sul capoluogo, causando la caduta di una pianta e di diversi rami sul lungo Po e su via Riglio, zona canale navigabile.

Sempre in mattinata il maltempo è stato probabilmente concausa di una uscita di strada in viale Concordia, dove un’auto è finita contro un palo della luce. Feriti in maniera non grave due dei tre occupanti del mezzo.

I meteorologi parlano di possibili eventi estremi provocati da forti raffiche di vento discensionali. Per cui, su tutte le zone e città in cui scoppierà un forte temporale potrà esserci il rischio di una forte grandinata. Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige (nelle giornate di domenica e lunedì), Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Lazio (nelle giornate di lunedì e martedì) sono le regioni maggiormente a rischio di grandine grossa.

Nella speranza che le previsioni non siano confermate di fatto si è tornati a respirare, con l’afa torrida delle scorse settimane che ha lasciato la nostra provincia. L’aria fresca che alimenterà il ciclone Poppea farà crollare letteralmente le temperature dando la possibilità alla neve di scendere a quote relativamente basse per il periodo.

Confederazione italiana agricoltori Cia Lombardia, a seguito del violento nubifragio che ha colpito questa notte la regione, segnala ingenti danni alle produzioni agricole, agli edifici, alle attrezzature e ai mezzi di lavoro delle imprese nelle zone milanesi del Parco del Ticino, dell’abbiatense e del vigevanese, alle quali si aggiungono Treviglio e la bergamasca.

I danni principali riguardano l’allagamento e la devastazione di molti campi coltivati, delle reti e delle serre, lo scoperchiamento di tetti di stalle e magazzini, oltre a problemi di natura tecnica quali l’interruzione dell’elettricità.

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