Cronaca

Siti contaminati nel Cremonese,
rischio stop per le bonifiche

Le bonifiche dei siti contaminati nel Cremonese, come nel resto della Lombardia sono a rischio. Il motivo è una sentenza della Corte Costituzionale che, invalidando una legge regionale del 2006 che derogava la competenza ai Comuni, rimette il tutto in capo alla regione.

E’ presto per capire quali potranno essere gli effetti di questa decisione nel lungo termine, ma di fatto potrebbero essere rimesse in discussione le procedure relative alle 15 aree da risanare del territorio cremonese.

Quindi, a decorrere dal 27 luglio 2023 di fatto i Comuni non possono più esercitare le funzioni relative alle procedure operative ed amministrative in materia di bonifica dei siti contaminati e le stesse dovranno essere esercitate dalla Regione. Nel dettaglio, laddove gli -atti amministrativi emanati dai Comuni siano divenuti definitivi e non più impugnabili, essi non verranno cancellati e gli interventi di bonifica potranno proseguire. Invece, laddove tali atti ancora non siano definitivi, allora su essi verranno applicati gli effetti della sentenza, e questo potrebbe portare ad uno stop delle operazioni in corso.

A questo proposito la Regione, per verificare dello stato di avanzamento dei procedimenti di bonifica in corso di istruttoria sul territorio, ha chiesto a tutti i Comuni di compilare un’apposita scheda, entro l’8 settembre 2023.

Complessivamente in Lombardia sono ben 1021 i siti contaminati di competenza regionale dove sono in corso attività di bonifica o in attesa di certificazione. Nel Cremonese, secondo il registro Agisco (Anagrafe e Gestione Integrata dei Siti Contaminati), sono 15 le realtà oggetto di monitoraggio (dato 31 dicembre 2022). In città i siti interessati sono 5: ovviamente l’ex raffineria Tamoil, l’area della ditta Fragni di via delle industrie, la Keropetrol in via Boschetto, l’area Wonder di via Sauro e l’area ex Armaguerra. Sono invece 2 le realtà di Crema ancora in fase di bonifica: la zona di proprietà della Bosch Vhit e della Smart buildings, in via Cavalli.

Guardando al resro del territorio, a Casalmaggiore c’è l’area F.I.R. Elettromeccanica, ad Annicco l’area Tamoil, a Castelleone l’ex BIC Italia, a Cingia de Botti il metanodotto di allacciamento al biometano di Snam, a Sergnano la centrale Stogit, a Offanengo l’area Bosch, a Isola Dovarese l’area di via Cairoli, a Pianengo il collettore fognario di Padania Acque.

Laura Bosio

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