Ottorino e il suo bosco. L'amore
per gli animali è la sua missione
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L’amore per gli animali, di qualsiasi specie, l’ha avuto fin da bambino. Invece di giocare con i suoi coetanei, Ottorino Tedoldi preferiva portare a casa animali e insetti e se ne prendeva cura. Lo ha fatto per tutta la vita. E’ sempre stata la sua missione.
Da 28 anni, Otto, 76 anni, tipografo in pensione, gestisce una vera e propria riserva tra Casalbuttano e San Vito: è il “bosco”, un ettaro di terra dove c’è cura, amore e libertà. Accompagnato dalla sua fedelissima cagnolina Eva, Otto ha creato dal nulla questa preziosa oasi circondata dal verde, da due stagni, di cui uno artificiale, e da tante specie di piante, tra cui querce, platani, aceri e gelsi, dove tantissimi animali trovano un porto sicuro.
Ci sono galli, galline, oche, tra cui la “rumorosa” Marta, pulcini, piccioni, una serie infinta di volatili, una trentina di tartarughe, pavoni con i loro piccoli, porcellini d’India, la capra Guendalina e persino delle nutrie. C’è un piccolo di nutria a cui Otto tiene moltissimo. “Vorrei lanciare un appello agli agricoltori: le mie nutrie non faranno mai danni all’agricoltura, perché staranno qui fino all’ultimo giorno della loro vita”.
Di recente ospiti del bosco sono stati anche uno splendido esemplare di volpe (“un’eccezione, tenuta una settimana con il permesso delle guardie”) e una bellissima civetta recuperata in una canna fumaria, entrambe curate e poi rimesse in libertà. Tutto documentato nella pagina facebook di Otto, dove sono pubblicati i video dei ritrovamenti e dei progressi fatti dagli animali arrivati da lui feriti e spaventati.
Chi abbandonato, chi ferito, tantissimi quelli salvati da morte certa e che nell’oasi hanno trovato un rifugio nel quale vengono sfamati e curati con estrema pazienza. “Saranno più di cento, ma non ho fatto il censimento”.
Una nota dolente, per Otto, è la mancanza ormai da anni in provincia di Cremona di un Cras, il centro di recupero per la fauna selvatica. “A questo grave problema”, dice, lanciando un appello, “bisognerebbe al più presto porre rimedio. Si tratta di strutture necessarie”.
Otto, che ama tantissimo gli animali ma che non si definisce un fanatico, conta sull’aiuto di alcuni amici, ma praticamente tutto il lavoro è sulle sue spalle. Nonostante abbia avuto seri problemi di salute, non molla, e va avanti nella sua missione. Un domani spera di trovare un degno erede che continui nella cura del suo paradiso, spesso anche visitato dai bambini delle scuole elementari e medie come centro didattico. Ma per il momento è ancora saldo alla guida della sua “arca”.
Sara Pizzorni