Cronaca

Bidello assolto: l'analisi di Marco
Bellandi piace al New York Times

Ha 26 anni, è nato a Cremona, nel 2022 si è laureato in Giurisprudenza all’università di Trento, un Master alla Washington University in St. Louis, nel Missouri, ora impegnato nel concorso in magistratura. Attualmente Marco Bellandi Giuffrida sta svolgendo il tirocinio nel tribunale di Cremona, prima nel settore civile, e da aprile di quest’anno in quello penale. Il suo nome è apparso in un’intervista sul New York Times che lo ha contattato in merito ad un post pubblicato sul suo profilo Twitter inerente il caso del bidello romano assolto dall’accusa di violenza sessuale su una studentessa, per averla palpata solo 5 secondi.

In questi giorni la procura ha impugnato la sentenza secondo la quale “5-10 secondi di palpeggiamento sono un tempo non apprezzabile per ravvisare una molestia sessuale”. Il caso aveva scatenato i social, facendo scendere in campo una serie di attivisti e influencer, arrivando anche a una petizione online.

L’analisi dei punti critici delle motivazioni della sentenza, per Marco “assai poco convincenti”, hanno ottenuto 500.000 visualizzazioni nel giro di poche ore e hanno attirato l’attenzione della giornalista Elisabetta Povoledo, corrispondente da Roma del New York Times, che lo ha contattato, facendogli un’intervista. Per i giudici di Roma, come ha spiegato Bellandi Giuffrida, “c’è stata sicuramente una invasione della libertà sessuale della ragazza, ma è mancato l’elemento del dolo: la repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento, il luogo e il tempo della condotta, avvenuta in pieno giorno, non consentono di configurare l’intento libidinoso”. “In realtà”, ha chiarito il futuro magistrato, “la Cassazione già in passato ha detto molto spesso che ai fini della configurazione del reato di violenza sessuale non è necessario provare l’intento libidinoso, essendo sufficiente provare la volontà di invadere la sfera sessuale della ragazza”.

Apparire sul New York Times è stata una grande soddisfazione per Marco, nipote d’arte (suo zio era Giuseppe Giuffrida, per tanti anni procuratore della Repubblica di Cremona) e il cui sogno, fin dalle elementari, complici anche i racconti che gli faceva lo zio, è sempre stato quello di fare il magistrato.

Oltre alla passione per il diritto, Marco, amante della musica, tanto che per anni ha suonato il clarinetto nella banda di Pizzighettone, è anche membro dell’associazione “Liberi Oltre Le Illusioni”, movimento che raccoglie esperti nei rispettivi campi professionali e di ricerca, nemici delle fake news, il cui obiettivo è quello di favorire, con una corretta informazione, lo sviluppo e l’utilizzo del metodo scientifico nello studio e nella valutazione delle tematiche sociali. Con la consapevolezza che ogni analisi di un fenomeno sociale è per forza di cose incompleta e che quindi occorre fare il possibile per separare i fatti dalle fantasie.

Sara Pizzorni

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