Politica

Elezioni 2024, i primi
movimenti nel centrodestra

Un paio di incontri, poco di più. In casa centrodestra, ma sarebbe meglio dire in casa Fratelli d’Italia, visto che gli alleati di Lega e Forza Italia non sono ancora stati coinvolti, si guarda alle prossime amministrative a Cremona senza fare nomi, per il momento.

Si vota tra meno di un anno, ma in questa fase si ragiona esclusivamente sulla provenienza del futuro candidato sindaco per la città. Un politico? O un esponente della cosiddetta società civile, imprenditore o professionista che sia? Non c’è alcuna preclusione, si dice nel partito della premier, purché sia legato a tutti i mondi: cattolico, imprenditoriale, artigianale, del commercio e del volontariato.

Ma sui nomi bocche cucite. O quasi: circola infatti il nome di Chiara Cappelletti, professionista della comunicazione, un passato in Alleanza Nazionale poi finita in Fratelli d’Italia e con una esperienza politica anche in Provincia. Sulla bocca di qualcuno c’è anche il nome di Alessandro Zagni, da poco tempo meloniano, ma è difficile che passi l’esame della Lega (e non solo), essendone da poco uscito. Qualcun altro fa il nome di Claudio Bodini, già presidente di Padania Acque, attivo nel volontariato e vicino alla lista Civici di centrodestra di Fabio Bertusi.

Su due cose comunque c’è certezza. La prima: non si aspetterà l’ultimo minuto, come successe quattro anni fa quando la campagna elettorale del centrodestra durò solo una trentina di giorni, per lo showdown. La seconda: il pallino del gioco, che si traduce nella scelta del nome da sottoporre al vaglio della coalizione in modo da poter essere il più condiviso possibile, l’hanno in mano i fratelli d’Italia. Il 26/27% ottenuto in città alle Regionali non presta il fianco ai ‘se’ e ai ‘ma’.

In Forza Italia, che a Cremona vale poco più del 4%, fanno notare che l’ultima volta, quattro anni fa, sono stati Carroccio e azzurri a contendersi la candidatura a sindaco Oggi senza dubbio tocca a Fratelli d’Italia. E tutti si ricordano il tira e molla Malvezzi-Zagni, film da non ripetere. Alla fine, la storia è nota, la spuntò il primo con il secondo che si dovette accontentare, diciamo così, della ‘candidatura’ a vicesindaco.

Forza Italia, nel frattempo, anche con un solo 4,2% riesce a litigare al suo interno: sarebbero almeno tre le anime in seno ai berlusconiani, orfani del fondatore, e con un nuovo leader, Antonio Tajani, traghettatore fino ai congressi. E questo potrebbe essere un problema per la coalizione, sottolinea qualcuno. Ma alla fine la modalità di scelta del candidato sindaco nei capoluoghi, in due parole, la spiega manuale alla mano un maggiorente salviniano.

Cremona vota insieme a Pavia e Bergamo e i ragionamenti si fanno sul piano regionale. Il locale esprime i candidati, poi sono i vertici politici al livello superiore che decidono di che partito deve essere il candidato nelle rispettive città. Lo stesso giochino, non sveliamo alcun segreto, che l’ultima volta privilegiò Malvezzi a Zagni. A Cremona doveva andarci uno di Forza Italia.

Simbac

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