Spacciava con il figlio di 11 anni
Il giudice rigetta patteggiamento
Niente patteggiamento al 50enne italiano di origine egiziana arrestato due volte con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti per aver gestito una fiorente attività di spaccio a Pescarolo e nelle zone circostanti. Lo ha deciso il giudice che non ha accolto la richiesta di patteggiamento che il difensore Paolo Zilioli aveva già concordato con il pm: 4 mesi e 1500 euro in continuazione con la pena di un anno e 1000 euro inflitta nel processo per direttissima in seguito al primo arresto. Oggi il difensore aveva chiesto la possibilità, per mantenere la sospensione della pena, di poter accedere ai lavori di pubblica utilità, ma non subito, in quanto l’imputato soffre di problemi di salute.
Niente da fare: ha pesato il doppio arresto a distanza di pochi giorni e il fatto che l’imputato, disoccupato, fosse stato trovato con un’ingente quantità di denaro: per il magistrato, c’è il rischio che possa tornare a delinquere. Il giudice ha quindi ordinato la trasmissione degli atti al presidente del tribunale di Cremona che dovrà fissare una nuova udienza davanti ad un altro magistrato.
Lo scorso mese di maggio, l’uomo era stato arrestato dalla polizia. Le indagini avevano permesso di appurare che il 50enne facesse spesso delle consegne a bordo della sua auto nei dintorni di Vescovato anche alla presenza del figlio di 11 anni. L’imputato aveva effettuato in maniera continuativa varie cessioni di sostanze stupefacenti, e in una di queste occasioni i poliziotti lo avevano intercettato mentre era in compagnia di un acquirente. Quest’ultimo, segnalato alla Prefettura come assuntore, aveva confermato di aver acquistato dall’egiziano una dose di cocaina per 40 euro, come aveva già fatto altre volte negli ultimi mesi.
Nelle tasche dell’egiziano erano state trovate altre 4 dosi di cocaina, mentre in casa aveva altre 18 dosi, nascoste all’interno di una tasca di una giacca nella camera da letto, per un totale di circa 12 grammi, e 1000 euro in contanti.
Tornato libero, pochi giorni dopo l’uomo si era rimesso nei guai. I poliziotti dell’antidroga avevano continuato a tenerlo d’occhio, accertando che aveva ripreso la sua attività illecita. Ribeccato insieme ad un cliente, era finito di nuovo in arresto. Ancora niente carcere, ma questa volta la misura più lieve dell’obbligo di firma a Vescovato.
Sara Pizzorni