Interviste

Il nuovo presidente Dini: "Massimo
impegno, sarà una Cremo agguerrita"

Il presidente della Cremonese Francesco Dini (foto Sessa)

Francesco Dini racconta i primi momenti da nuovo presidente della Cremonese: da ciò che lo ha convinto della proposta grigiorossa ai piani di sviluppo del club, attraverso un’analisi schietta della situazione attuale, con la chiara visione di come procedere.

Come mai ha accettato questo incarico?
Mi è stato proposto dal Cavaliere Giovanni Arvedi: ho sempre pensato in tutti questi anni in cui ho potuto offrire la mia collaborazione al Presidente che fosse un onore farlo e ho ritenuto che lo fosse anche quando mi ha chiesto di allargare la mia collaborazione all’U.S. Cremonese per cui ho accettato volentieri. Inoltre questo è un club con una storia incredibile, che affonda le sue radici all’inizio del secolo scorso e la passione dei suoi tifosi per la squadra hanno rappresentato qualcosa in più.

Quale è stato il suo percorso professionale?
Io nasco come uomo di azienda, sono stato dirigente di azienda per 20 anni. Ho avuto la fortuna di iniziare in anni dove i gruppi italiani – e io ho lavorato prevalentemente per questi – avevano molto sviluppo da fare e tantissimo lavoro: ci voleva una dose di fantasia ed essere un po’ “matti”. Ho girato l’Italia e sviluppato la mia attività in tanti settori: è stato un orgoglio vedere nascere manufatti e attività da zero. Sono stati anni di grande formazione, oltre che interessanti. Non ho avuto solo esperienze di rapporti istituzionali e comunicazione, ma anche di amministrazione nella gestione delle aziende. Ho fatti tantissima editoria che è stata la cifra della mia vita professionale, prima radiotelevisiva e poi ho avuto modo di dare spazio alla mia grande passione che è l’editoria in qualche modo tradizionale, quella – come si diceva un tempo – della carta stampata. Credo che l’editoria italiana abbia davanti a sé un futuro di grande ripresa e ancora oggi mi nonno di potermi occupare di questo settore come vicepresidente della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali, ndr).

Quali saranno i suoi compiti alla Cremonese?
Saranno principalmente istituzionali, nel tenere i rapporti con le istituzioni sportive e non solo, ma sempre nel massimo rispetto delle prerogative e delle deleghe di questo nuovo progetto che corrisponde anche ad un nuovo organigramma in cui le responsabilità sono date ai singoli. Il mio compito sarà quello di dare un contributo alla credibilità della Cremonese, che già oggi è molto forte: deve avere più forza in sede istituzionale e devo rappresentare anche in quelle sedi la sua forza e la sua complessità. Si tratta di un progetto che va a strutturarsi sulle cose egregie già fatte, a partire dalla direzione sportiva che ha portato ad un campionato di Serie A e che ha fatto sperare di fare un capolavoro assoluto. Sarà bellissimo il prossimo campionato di Serie B, molto agguerrito, e nel mio ambito spero di aiutare il team.

Quali saranno i primi passi in programma?
Sicuramente in ambito istituzionale cercherò da subito di rappresentare il club. Nel contempo, ho bisogno di conoscere a fondo la squadra, le sue tematiche e condividere con le altre figure apicali che gestiscono la squadra, a partire dal vicepresidente il dott. Maurizio Calcinoni che con il Cavaliere Giovanni Arvedi segue le cose più importanti. C’è poi un bravissimo Amministratore Delegato, il dott. Uberto Ventura, che conoscevo già da prima e il dott. Paolo Armenia che è l’anima e la quotidianità della gestione.

Che Cremonese sarà?
Una Cremonese all’altezza di una sfida che non può sottovalutare. Se c’è l’idea che solo arrivando dalla Serie A possiamo fare un campionato complicato, molto sfidante e contro squadre fortissime, sbaglieremo. Sarà una Cremonese molto agguerrita, anche grazie all’ottimo lavoro del direttore sportivo Simone Giacchetta: non è compito mio, ma sono sicuro che allestiranno al meglio tutte le componenti della squadra. Ed è già stato dimostrato con l’ottima operazione della cessione ai Rangers di Glasgow Cyriel Dessers, una scelta giusta che ha creato un valore restituito alla Cremonese. È stato un bel segno, la conferma della bontà delle scelte fatte in passato.

Nella complicata annata in serie A, non è mai venuta meno la grande passione della tifoseria nei confronti della Cremonese. Che impressioni ha avuto?
Una bellissima impressione, di una tifoseria molto responsabile e i dirigenti mi hanno confermato quella che da spettatore era solo una impressione. C’è un fortissimo attaccamento della tifoseria, ma anche frequentando non da oggi Cremona, direi di tutta la città di cui la bellissima tifoseria è la punta di diamante. Le famiglie, i cremonesi, la tifoseria più attiva, la città e la squadra: è bellissimo.

La Cremonese sta modificando anche l’assetto del proprio settore giovanile, a cominciare dalla figura di Stefano Pasquinelli. Che programmi avete per la cantera grigiorossa?
È una delle realtà più belle che ho iniziato a capire arrivando qua: l’attenzione da parte della dirigenza al settore giovanile è molto alta e io stesso dedicherò tanta attenzione a questo. Abbiamo più di 400 tesserati e sta crescendo molto anche il movimento femminile, anche se è complicato da strutturare, ma si vedono i progressi.

Presidente, se la sente di mandare un messaggio ai tifosi?
Qua ci si impegnerà molto perché è la volontà del Cavaliere Giovanni Arvedi. Lavorerò sodo e ai tifosi restituiremo impegno, serietà e grande lavoro. Speriamo di fare ancora una volta le scelte giuste, poi nel calcio ci vuole anche una buona dose di fortuna.

Simone Arrighi-Mauro Taino

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