West Nile, cresce l'allerta dopo
i primi uccelli infetti in Emilia
Un inizio di stagione precoce per la circolazione del West Nile virus, di cui già si sono visti i primi segnali in diverse province, tra cui quelle limitrofe a Cremona, come Piacenza e Parma, dove si sono viste le prime positività a livello veterinario. Anche per questo cresce la soglia di attenzione anche sul nostro territorio, dove per ora non sono stati però riscontrati casi ne sospetti ne confermati. Tuttavia, vista la vicinanza con le province infette, “ci aspettiamo che possa arrivare presto anche nel nostro territorio” sottolinea il dottor Luigi Vezzosi, dirigente medico dell’Uos Prevenzione Malattie Infettive dell’Ats ValPadana.
A questo proposito vengono operati controlli integrati, in sinergia tra il Dipartimento di Malattie Infettive di Ats Val Padana, che mira a raccogliere i casi sospetti e confermati di West Nile tramite le segnalazioni che arrivano da medici del territorio, e il Distretto Veterinario, che opera un controllo entomologico su zanzare, uccelli e cavalli.
“Da quello che sappiamo quando viene rilevata una positività a livello veterinario, essa anticipa di qualche settimana i casi umani, e scatta l’allerta” spiega il medico. A questo proposito il primo livello d’azione è di tipo preventivo: “Ci interfacciamo con i Comuni per bonifiche preventive, al fine di evitare la proliferazione di zanazare nel territorio. In caso di infezione già riscontrata, invece, può essere messo in atto un intervento mirato di bonifica di determinate zone”.
Insomma, sebbene siano da evitare gli allarmismi, in quanto “nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni asintomatiche o paucisintomatiche e che le forme neuroinvasive son meno dell’1%”, è comunque opportuno tenere informati medici e popolazione su come evolve la situazione.
Anche perché, sebbene negli ultimi anni l’andamento sia stato altalenante, “lo scorso anno il volume delle infezioni è stato importante tanto che in Italia si sono registrati oltre il 50% dei casi riscontrati a livello europeo e soprattutto in Veneto ci sono stati periodi in cui i ricoverati in terapia intensiva per il West Nile superavano quelli ricoverati per Covid. Anche noi abbiamo registrato un discreto numero di casi” continua il medico.
Di qui, meglio ricordare i consigli per evitare il contagio. Partendo dal presupposto che la principale via di trasmissione è la puntura delle zanzare, “E’ bene utilizzare abiti che coprono tutto il corpo quando si va all’esterno, usare repellenti, rimuovere o limitare ristagni d’acqua all’aperto. Ma è anche importante avere chiari i possibili sintomi della forma neuroinvasiva: sintomi neurologici, alterazioni motorie, nell’anziano anche confusione e astenia, a volte febbre. In questi casi può essere utile rivolgersi al medico per eventuali accertamenti”.
Infine attenzione ai viaggi all’estero, dove non è raro contrarre anche altri virus attraverso la puntura di zanzare, come ad esempio la febbre Dengue, lo Zika,
Richiamo l’attenzione per i turisti perché oltre al West Nile ciu sono altri virus che si trasmettono con le zanzare andando all’estero come Dengue, Zica, Chikungunya. “Per questi motivi, è bene adottare comportamenti adeguati anche in vacanza” conclude Vezzosi.