Cronaca

Si sposò per dare la cittadinanza
"Ora voglio un matrimonio vero"

Tre anni fa, davanti al giudice per l’udienza preliminare, finirono in 44, accusati di falso ideologico in atto pubblico mediante induzione in errore di pubblico ufficiale e favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. Dietro pagamento, avevano utilizzato l’atto di matrimonio per far ottenere a cittadini extracomunitari la cittadinanza, facendoli sposare con donne italiane o cittadine europee. Una ventina, i matrimoni “fasulli” celebrati tra il 2014 e il 2018.

L’avvocato Carminati

Il processo era poi stato scorporato: il giudice aveva trasmesso gli atti alle procure di competenza, in quanto la maggior parte delle unioni erano state celebrate fuori Cremona, e come accusa era rimasta solo quella di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

Matrimoni combinati, ma assolutamente veri. “Incastrata” in una di quelle unioni è rimasta una cremonese di 35 anni che per aver sposato un pakistano aveva ottenuto un guadagno di 5000 euro. Davanti al gup aveva poi patteggiato una pena di 8 mesi. I due non avevano convissuto neanche per un minuto. Subito dopo il matrimonio, ognuno per sé, anche perchè lui aveva già moglie e figli. Il matrimonio era stato celebrato in Pakistan, unione che in Italia non è riconosciuta, tanto che lui risultava celibe.

Ora però la donna, che da un anno e mezzo ha una relazione stabile con un italiano, vorrebbe sposarsi, questa volta per amore, ma di fatto è ancora unita in matrimonio con il pakistano, che nel frattempo è tornato nel suo paese e risulta irreperibile. La 35enne si è rivolta all’avvocato Ugo Carminati, che sta lavorando per cercare di far ottenere la separazione alla sua cliente.

“Si può fare una separazione in contumacia”, ha spiegato il legale. “Confido di riuscire ad ottenere la separazione il prossimo autunno e il divorzio in primavera. E confido anche di essere invitato al matrimonio…”.

Sara Pizzorni

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