Cronaca

Niente misurazione della febbre
al bimbo. Papà a processo, assolto

Non voleva che al figlio fosse rilevata la temperatura corporea alla fronte con il termoscanner perchè simulava il gesto di una pistola e perchè aveva letto su internet che i raggi ultravioletti del termometro provocano danni al cervello. Era il 15 ottobre del 2020, in piena pandemia, quando a Sesto ed Uniti un papà aveva discusso animatamente alla fermata dello scuolabus con l’autista e l’accompagnatrice dei bimbi. L’uomo avrebbe permesso al figlio di salire a bordo del mezzo a patto che la temperatura fosse rilevata al polso.

Da sinistra, gli avvocati Spampinato e Pulcini

Gli animi si erano agitati: al papà era stato spiegato che il Comune aveva dato in dotazione quel termometro e che la misurazione si poteva fare solo attraverso la fronte. Così erano stati chiamati vigili e carabinieri, e il bambino era stato lasciato a piedi. Il papà è finito a processo con l’accusa di interruzione di pubblico servizio, in quanto lo scuolabus, a causa di quella discussione per la misurazione della temperatura, era arrivato a scuola con una ventina di minuti di ritardo.

Nei confronti dell’imputato era stato emesso un decreto penale di condanna a 1.200 euro, ma il papà, “per una questione di principio”, ha voluto affrontare il processo.

Un padre che “ha passato la misura” per il pm, che per l’imputato aveva chiesto una pena di tre mesi. “Un padre che va assolto”, hanno invece sostenuto gli avvocati difensori Vito Alberto Spampinato e Stefano Pulcini, “perchè non c’è il dolo. L’intento non era quello di interrompere il servizio. Voleva solo che al figlio, che aveva paura di quello strumento a forma di pistola, fosse misurata la temperatura al polso e non sulla fronte”.

Alla fine il giudice ha deciso per l’assoluzione: “Non punibile per particolare tenuità del fatto”.

“E’ stato un processo con cinque udienze e con cinque testimoni, più l’esame del papà, che si è risolto in nulla”, ha sottolineato l’avvocato Spampinato, “ma i soldi dell’Erario sono stati spesi”. “E’ stato fatto un processo penale”, ha poi aggiunto il legale, “contro un papà che chiedeva di misurare la temperatura al polso, ma non è stato fatto alcun processo per chi ha lasciato a terra il bambino che ha perso un giorno di scuola. I controlli, la precisione e la scrupolosità vanno bene, ma ad applicare le regole ci vuole sempre qualcuno che lo faccia con buon senso. E questo è successo perchè non c’è stata un’adeguata formazione. Misurare la temperatura al polso o alla fronte non cambiava nulla”.

Sara Pizzorni

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