Cronaca

Peste suina, Piloni: "Siamo
in piena emergenza"

“La Regione deve mettere in atto una serie di interventi per fronteggiare il problema della peste suina, prima che sia troppo tardi. Dopo i due casi di suini infetti trovati nel pavese, la guardia va alzata e introdotta ogni azione necessaria. Il governo, con decreto del 22 giugno, ha affidato i poteri al commissario straordinario, ma affidando di fatto la gestione alle regioni. Decisione discutibile, ma tant’è. Ed è quindi alla nostra Regione che rivolgiamo una serie di proposte. La questione è molto più seria di quanto non si pensi, anche perché ci troviamo di fronte a una malattia contro la quale non esiste oggi ancora nessuna cura e nessun vaccino, una malattia estremamente grave che può causare ingentissimi danni alle produzioni zootecniche suine, mettendo a rischio una intera filiera” così il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni interviene annunciando una mozione che presenterà in aula consiliare il prossimo martedì. “In Italia sono allevati oltre otto milioni di suini e, di questi, più del 50% è concentrato in Lombardia, la regione più importante per questo settore che genera, nella sola fase di allevamento, più di tre miliardi di euro, il 5,7% dell’intera produzione agricola – spiega Piloni – senza contare le industrie di trasformazione che, tra salumi e prosciutti, generano un valore di oltre otto miliardi di euro”.

 

“Le norme europee, al fine di eradicare e controllare la diffusione della malattia – ricorda Piloni nel documento – prevedono l’abbattimento dei suini domestici in cui è stato riscontrato il focolaio e il blocco delle movimentazioni e commercializzazione al di fuori dell’area infetta, compresa l’esportazione, dei prodotti a base di carne suina provenienti dalle aree focolaio”. E ancora: “Per evitare quella che può essere una catastrofe dal punto di vista economico e sociale – aggiunge Piloni – noi chiediamo a Regione Lombardia una serie di azioni molto concrete da mettere in atto subito per essere pronti a metà agosto, quando i campi saranno trinciati. Di seguito l’elenco delle nostre richieste:

– promuovere un protocollo di intesa con le maggiori organizzazioni professionali agricole per l’attività di controllo e prelievo venatorio nei territori popolati dai cinghiali;

– aumentare le dotazioni di strumenti per supportare le attività di prelievo sul territorio regionale (gabbie/chiusino, recinti di cattura collettivi, recinti di cattura mobili e dispositivi fototrappola), al fine di supportare e rafforzare le attività di prelievo dando priorità alle aree di restrizione e a quelle a maggior concentrazione di allevamenti suinicoli (CR, MN e BS);

– intervenire in conferenza Stato-Regioni per chiedere al Commissario straordinario incaricato dal Governo di semplificare quanto più possibile le procedure autorizzative;

– semplificare e rendere omogenee le procedure regionali di gestione del cinghiale con un unico regolamento regionale;

– incrementare il personale dedicato alle attività di monitoraggio;

– prorogare di un anno gli attuali piani di prelievo in scadenza, fino a giugno 2024;

– istituire un albo speciale dei cacciatori che operano nell’ambito dell’emergenza PSA”.

 

“Tutte proposte – conclude Piloni – che possono essere messe in campo fin da subito, superando inutili burocrazie e affrontando così la situazione con la massima attenzione. In provincia di Cremona, ad esempio, dall’inizio dell’anno sono stati abbattuti poco più di una ventina di cinghiali. Un numero bassissimo. Per questo chiediamo alla Regione di uniformare e semplificare le procedure. In ballo c’è la tenuta di una filiera, quella suinicola, con migliaia di lavoratori e un valore di miliardi di euro”.

 

 

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