Ambiente

Biometano, il comitato diffida
gli enti competenti

Mentre prosegue la campagna di raccolta fondi per il finanziamento degli incarichi ai tecnici che dovranno supportare le posizioni di contrarietà alla realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di biometano in città, l’azione del Comitato BiometaNO Cremona entra nel vivo con l’invio, avvenuto nella giornata di ieri, di una lettera di diffida a tutti gli Enti a vario titolo coinvolti nella fase autorizzatoria affinché valutino il progetto nel quadro complessivo della tutela degli interessi pubblici, dell’ambiente e della salute dei cittadini.

“Pur nella consapevolezza – afferma il presidente del Comitato Luigi Lipara – che ogni procedimento ha una storia a sé stante, la notizia del diniego dell’autorizzazione all’analogo progetto di Sergnano ci rende fiduciosi in un approccio più consapevole dei rischi di questa tipologia di impianto, soprattutto in prossimità di centri abitati”.

La diffida – un documento di 17 pagine – è stata inviata a una trentina di soggetti tra cui l’istituto superiore di Sanità, il ministero della Salute, quello dell’Ambiente e Sicurezza energetica, oltre che al prefetto di Cremona.

In conclusione, viene ricordata al sindaco “la responsabilità penale, civile, amministrativa da accertarsi nelle competenti sedi per le eventuali conseguenze di ordine sanitario che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale e specificatamente nell’area caratterizzata dalle criticità ambientali sopra indicate”.

Diffida inoltre il sindaco, “nella Sua veste di autorità sanitaria locale, in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3‐ter del D. Lgs. n. 152/2006, al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibile per i cittadini, ad imporre a tutte le attività da cui possano originare emissioni inquinanti l’adozione delle migliori tecnologie disponibili, nonché ad assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione;

In particolare invita il SINDACO, prima del rilascio di qualsiasi parere, a richiedere alla competente autorità sanitaria un puntuale studio epidemiologico sullo stato attuale di salute della popolazione in quanto dev’essere garantito il diritto ad un ambiente salubre, come sancito dalla giurisprudenza di legittimità e adesso espressamente riconosciuto all’art.9 della Costituzione e in osservanza al principio di uguaglianza statuito dall’art.3 della Costituzione, deve essere assicurato un livello minimo di qualità dell’ambiente, che sia uniforme su tutto il territorio nazionale”.

Vengono pure diffidati “gli Enti in indirizzo preposti al deposito di valutazioni, anche di natura ostativa al progetto, a osservare con scrupolo e dettaglio quanto sopra esposto prima di procedere all’espressione del parere relativo all’impianto de qua, nonché a garantire il rispetto di ogni qualsivoglia norma non espressamente citata afferente la tematica in oggetto.

Nonchè ad astenersi per il futuro dall’autorizzare, asseverare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove attività che possano condurre ad un aggravamento delle lamentate condizioni di insalubrità ambientale, che riguardino impianti, come il biodigestore in itinere, difformi rispetto agli obiettivi vincolanti dell’Italia di riduzione gas climalteranti e della normativa (ad es. Next Generation UE) e Trattati internazionali e non rispondenti a bisogni dei cittadini. Nel caso in cui non dovessero ravvedersi i motivi d’urgenza di cui all’art. 328, 1° c., c.p., la presente valga quale diffida ex art. 328, 2° c., c.p. con richiesta di esame e riscontro urgente”.

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