Lettere

Fiera di San Pietro, qualche idea
per rilanciare il quartiere Po

da Matteo Tomasoni

Gentile direttore,
negli anni, il numero degli ambulanti durante la fiera di San Pietro è andato calando e così quest’anno si è ritenuto di dimezzare la loro presenza alla sola domenica. Peccato. Perché la tradizione della fiera di San Pietro si è ridotta così? Senza alcuna presunzione, provo a dare una spiegazione con un piccolo contributo.

Sicuramente bisogna diminuire il costo del plateatico per gli espositori e migliorare l’aspetto urbanistico:
– Largo Moreni, con aiuole in ciottoli difficili da manutenere e poco estetici;
– il tabellone turistico luminoso è spento;
– pali in cemento da rimuovere.
– siepi sui lati del viale Po da rinfoltire.
– Piazza Cadorna poco illuminata;
– accendere i faretti della fontana;
– il totem è solo un inutile pugno in un occhio
–  i cartelli segnaposti auto luminosi sono spenti.

La fiera di San Pietro si dovrebbe rinnovare anche dal punto di vista commerciale: ora è poco più di una copia del mercato bisettimanale che si tiene in città. Bisogna ricreare le peculiarità, le  particolarità. Salvaguardare la tipicità e la specificità dell’evento. Si dovrebbe trovare un modo per aggiustare il tiro. Se si rimane nello stato attuale, non si andrà molto lontano e sarebbe un peccato.

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