La Casa di Comunità muove
i primi passi in via S.Sebastiano
L’estate porta con sé l’avvio dei lavori di Asst Cremona per adeguare la palazzina A (ex vaccinazioni; medicina legale e altro ancora) del complesso di via san Sebastiano alle funzioni della prima Casa di Comunità della città di Cremona.
Un investimento di due milioni di euro per lavori che dureranno circa un anno, ma già ora la palazzina è funzionante con alcuni dei servizi basilari che connotano questa nuova formula di medicina territoriale varata dal sistema sanitario regionale su input di quello nazionale.
Entrando da via san Sebastiano e girando subito a destra, la palazzina vede già attivo il Punto unico di accesso, che rappresenta la porta d’ingresso ai servizi non solo sanitari ma socio sanitari. Non solo, come spiega Valentina Brunelli, direttrice del Distretto sanitario di Cremona, un punto informativo, “ma una vera porta di accesso ai servizi, a cui il cittadino può rivolgersi e trovare risposte ai bisogni che in quel momento esprime.
Qui si viene indirizzati ai vari servizi, d tipo sanitario ma anche sociale, con una forte integrazione anche con i Comuni, in modo da superare la frammentazione delle risposte a bisogni che in realtà sono unitari: dentro alle famiglie ci possono essere sia esigenze sanitarie che sociali”.
Il Punto unico d’accesso si basa anche sulla presenza basilare degli Infermieri di famiglia e di comunità: da metà maggio anche loro si sono trasferiti qui, lasciando via Santa Maria in Betlem (dove ora resta solo la neuropsichiatria infantile, anch’essa destinata a via S. Sebastiano). Uno staff di 23 infermieri a Cremona e circondario e 6 a Casalmaggiore, coordinati da Rosa Sora, che si occupano di seguire a domicilio i pazienti cronici fragili (800 quelli attualmente in carico) e svolgono l’importante ruolo di anello di congiunzione con i medici di base. Anche loro troveranno spazio al piano terra della casa di comunità insieme ai medici specialisti.
Il Distretto cremonese, a cui afferiscono 48 comuni oltre al capoluogo, ha sede al primo piano e – differenza organizzativa rispetto a prima – non dipende più dall’Ats Val Padana ma dall’Asst, ossia l’azienda ospedaliera.
Il cantiere vero e proprio inizierà alla fine di giugno dal versante verso via Belgiardino, dove un tempo si svolgevano le vaccinazioni (ora spostate in via Dante), mentre il lato verso via san Sebastiano sarà ammodernato per ultimo, ospitando già servizi già attivi.
Altro ingresso futuro nella casa di comunità, il dipartimento di Salute mentale.
Poco più avanti nel complesso dell’ex ospedale psichiatrico e oltre la cancellata, si trovano invece le palazzine dell’Ats Val Padana, dove pure sta per essere avviato un altro cantiere, per il recupero dell’edificio ex lavanderia che diventerà sede del Dipartimento di igiene e Prevenzione ora spostato temporaneamente in via Milano nella vecchia sede dell’Università Cattolica. gbiagi