Cronaca

Allarme annegamenti, troppi
morti nei laghi e fiumi lombardi

Con l’arrivo dell’estate, torna il pericolo annegamenti, soprattutto nei laghi. Di ieri la notizia della morte di un 16enne egiziano in carico alla Cooperativa Nazareth di Cremona annegato nel lago di Endine, nella bergamasca, mentre stava facendo il bagno con altri ragazzi e operatori della Cooperativa.

L’anno scorso, in soli due mesi, nei laghi e nei fiumi lombardi sono annegate 25 persone. Troppi morti, tra cui tanti giovanissimi. Anche il Trebbia, il fiume piacentino tanto amato dai cremonesi, è stato teatro di tante tragedie. Molte giovani vite sono state spezzate anche dopo i bagni nel canale Vacchelli, in località San Bernardino, a Crema. Le acque del canale sembrano tranquille, ma lo sono solo in apparenza. Cosa che ha indotto molti ragazzi in cerca di refrigerio a tuffarsi, nonostante dal 2017 ci sia il divieto assoluto di balneazione.

La bassa temperatura dell’acqua, la velocità della corrente e la presenza di numerosi manufatti idraulici che creano violente variazioni del flusso in profondità espongono i bagnanti a gravissimi pericoli. Non solo: spesso chi fa il bagno o semplicemente un tuffo nelle acque del canale, ma anche nei laghi in generale, non tiene conto di un elemento molto importante legato all’aumento di calore nel corpo. Il cambio così repentino tra la temperatura del corpo e il freddo dell’acqua porta a una diminuzione del battito cardiaco e della pressione arteriosa. Un fattore che in alcuni casi può dare origine a una diminuzione del flusso di sangue al cervello che porta a perdere i sensi. Se non c’è un soccorso immediato, la persona in acqua rischia la morte.

Si raccomandano, dunque, soprattutto ai più giovani, la massima attenzione e prudenza per quanto concerne bagni e tuffi nei laghi e nei fiumi.

Sara Pizzorni

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