Eventi a tutto volume, a Cremona
nessun "caso Brescia"
Fa discutere anche a Cremona la recente sentenza della Cassazione che ha riconosciuto la responsabilità del Comune di Brescia per le immissioni di rumore nell’abitazione di privati prodotte dagli avventori di esercizi commerciali oltre l’orario di chiusura.
Una sentenza che secondo il consigliere comunale M5S Luca Nolli potrebbe determinare un precedente per le note lamentele già sorte nelle zone centrali di Cremona e in particolare in piazza Stradivari qualche settimana fa in occasione di un evento musicale con dj.
Di oggi pomeriggio, la risposta dell’assessore all’Ambiente Simona Pasquali e dell’assessore alla Sicurezza Barbara Manfredini all’interrogazione dello stesso Nolli:
“Va specificato che i pubblici esercizi per poter operare, al momento dell’apertura dell’attività, presentano mediante un tecnico competente in acustica, una specifica valutazione di impatto acustico relativa al proprio locale”, ha spiegato Pasquali riferendosi alla zona cittadina della movida.
“Nell’ambito di tale documento viene effettuata una analisi del possibile impatto acustico derivante dall’attività considerando le fonti sonore, con riferimento al contesto in cui lo stesso viene inserito. Questo per quanto concerne il regime ordinario dell’attività.
In caso di manifestazioni rumorose di carattere temporaneo, quali ad esempio un concerto, un cantiere di una certa durata, una manifestazione sportiva o altro, è necessario che il proponente richieda una specifica autorizzazione (deroga acustica) mediante istanza all’ufficio ambiente-ecologia del Comune.
Le deroghe per i locali vengono rilasciate dall’ufficio con riferimento agli artt. 24 e seg. del Regolamento di Attuazione del Piano di Zonizzazione Acustica, all’art. 30 del Regolamento di convivenza civile e in via residuale dal protocollo di intesa firmato nel 2013 e vengono concesse dopo aver verificato che non ci sia sovrapposizione con eventi o con altre deroghe rilasciate per la stessa data ad altri esercenti della stessa zona che hanno presentato la domanda precedentemente, per contenere il disturbo che possa derivare ai residenti (come citato espressamente nel citato art. 30). Secondo tali disposti di regolamentazione, le domande devono pervenire agli uffici 15 giorni prima del momento musicale e le deroghe prevedono musica fino alle 24 con abbassamento del volume dalle 23:00.
L’atto contiene precise prescrizioni sia in termini di decibel massimi derogati, sia per l’utilizzo di strumentazione dotata di controllo e regolazione del volume. Quindi è chiaro che avviene un controllo sulle sovrapposizioni di eventi ed anche sul volume.
Per quanto riguarda gli eventi, tutto ciò che non è legato ad un singolo esercente ma che invece vede in campo un organizzatore che non può essere persona fisica, le deroghe vengono discusse ed approvate dalla Giunta in sede di rilascio di patrocinio, sempre tenendo conto dei luoghi, del contesto e del possibile disturbo. Se l’evento dura più di due giorni viene emessa l’ordinanza sindacale e poi il rilascio della deroga acustica, altrimenti direttamente la deroga. I controlli vengono eseguiti in base all’art. 30 sia sui decibel della musica che sul controllo finita la musica sulle persone rimaste nel locale o nel plateatico.
Si è aperto un tavolo di confronto con i vari esercenti per collaborare e trovare una mediazione rispetto alle diverse posizioni che vedono da un lato la necessità di garantire e tutelare l’assoluto diritto al riposo dei residenti contenendo le emissioni rumorose eccessive che creano disturbo, dall’altro la garanzia di consentire alle attività di poter organizzare piccoli intrattenimenti musicali, soprattutto nelle aree del centro. ARPA viene attivata solo alla presenza di esposti ufficiali, con avvio di uno specifico procedimento e verifiche acustiche (….)”, ha concluso Pasquali.
A seguire, l’assessora alla Sicurezza Barbara Manfredini ha ricordato che, “prima della sentenza della Corte di Cassazione, è stato approvato l’aggiornamento del Regolamento della Polizia Locale e convivenza civile che, all’art. 30, prevede misure rispetto al problema sollevato. Si sta lavorando con i rappresentanti di tutte le categorie coinvolte e vi è già stato un primo incontro con i titolari dei pubblici esercizi di piazza della Pace e di altre attività lì presenti per trovare una soluzione finalizzata al rispetto delle regole per una civile convivenza. A questo incontro ha partecipato anche ARPA. Verrà avviata una campagna di comunicazione non solo attraverso materiale cartaceo,ma anche a mezzo social per stimolare l’attenzione sui singoli comportamenti da tenere per una consapevolezza di vivibilità sociale in modo da raggiungere il maggior numero di persone possibile”.