Lettere

"Rinnovo della consulta degli stranieri
non comunitari, un fallimento"

da Stefano Foggetti , commissario cittadino FDI

Lunedì 19 giugno il consiglio comunale di Cremona sarà chiamato ad esprimersi sull’indispensabilità di una trentina di Organi Collegiali per fini istituzionali presenti nel Comune di Cremona. Al trentesimo e ultimo posto è presente la Consulta Comunale delle cittadine e dei cittadini stranieri non comunitari/apolidi residenti a Cremona, che per brevità chiameremo “Consulta degli Stranieri”. Questa Consulta è stata costituita nel 2017 e fino ad oggi ha particolarmente brillato per un unico fatto: la sua assenza. Nata con lo scopo di favorire i cittadini stranieri non comunitari nella conoscenza dei diritti di accesso al lavoro, all’assistenza sanitaria, sociale, previdenziale, all’istruzione, alla formazione professionale, alla fruizione dei servizi pubblici, all’edilizia residenziale pubblica, e tanto altro ancora non risulta ad oggi essere riuscita a fare nulla di tutto questo. Tra l’altro risulta interessante rimandare al regolamento di costituzione per notare come tutto quello ivi indicato si riferisce a diritti e mai a doveri (citati una sola volta in 9 pagine di regolamento), diritti ovviamente già tutelati dall’ordinamento italiano a tutti i livelli.

 

Consulta nata per l’appunto nel 2017 con il supporto di solo il 7% degli aventi diritto al voto (tanto che tutti i candidati presenti sono stati eletti). Si potrebbe pensare che essendo un primo esperimento al rinnovo la cosa sia andata meglio. Peccato che il rinnovo, che per regolamento redatto da questa stessa amministrazione deve tenersi entro 6 mesi dalle elezioni comunali, non è mai avvenuto e l’attuale Consulta sia in regime di proroga da ormai quasi 4 anni. Non risulta poi traccia di attività alcuna, se non qualche sporadica passerella voluta dall’assessore di turno, ne delle relazioni annuali che la Consulta dovrebbe produrre in relazione alle attività svolte (che il nostro gruppo consiliare ha richiesto ma ad oggi non ha ancora ricevuto nessuna risposta). Sei anni fa, come Fratelli d’Italia, avevamo espresso tutte le nostre perplessità a fronte della costituzione di questa Consulta (che qui non ripetiamo erano diverse e numerose), uno “spottone” a supporto di un tipo di società che i cremonesi non condividono, e ad oggi abbiamo avuto la rappresentazione plastica di come sia stata tutta un’operazione di facciata sacrificata all’altare del politicamente corretto. Ci chiediamo quindi con quali motivazioni questa amministrazione possa chiedere il mantenimento di questo organo sulla base di una indispensabilità che in 6 anni non è mai stata rilevata.

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