Cronaca

Dolore e lacrime in una Cristo Re
gremita per l'addio a Massimo

Fotoservizio Francesco Sessa

Dolore, lacrime, incredulità, in una Cristo Re assolutamente gremita, tanto che i partecipanti hanno affollato anche il sagrato, hanno caratterizzato la cerimonia di addio a Massimo Puerari, storico allenatore di volley e calcio della parrocchia, ma anche insegnante amatissimo. Tanto che ad affollare chiesa e sagrato, oltre a familiari e amici, c’erano i suoi studenti e i suoi ragazzi del Corona, con le divise rosse e gli sguardi attoniti, per qualcosa che ancora non riescono a spiegarsi.

Una scomparsa improvvisa che ha lasciato tutti sgomenti e pieni di dubbi, come ha sottolineato il sacerdote, don Pierluigi Fontana nella sua omelia: “Qualcuno in questi giorni, nel descrivere il proprio stato d’animo, ha usato l’immagine di una tavolozza che cadendo mischia tutti i suoi colori: una immagine significativa per descrivere lo stato d’animo di tutti”.

In questi mesi in cui la comunità di Cristo Re si è trovata a condividere grandi gioie e grandi dolori, ha detto ancora don Fontana, “sembra che tutto si mescoli e perda senso”.

Accorato il ricordo di Massimo, di tutto quello che ha fatto e che è stato per la comunità. “Pensando a lui viene facile cogliere il suo modo specifico di essere luce e sale della terra” ha sottolineato ancora il vicario di Cristo Re. “Lo è stato per quella porzione di mondo che lui ha abitato, amato, servito, nelle tante realtà da lui animate con passione e fantasia”.

Poi, forse, qualcosa si è rotto: “La luce si è coperta di dense nubi e il buio ha portato l’impressione di aver vinto. Il sapore del sale si è coperto da altri sapori che hanno illuso Massimo di essere diventato insipido. Ma se siamo qui così tanti è perché sappiamo e abbiamo la certezza che la sua vita non era insipida, neppure in questi ultimi tempi faticosi e sofferti. Glielo abbiamo detto e abbiamo cercato di farglielo capire. O forse volevamo farlo e non abbiamo fatto in tempo. Ma non c’è vita che non meriti di essere vissuta”.

E quella di Massimo lo è stata fino in fondo: un uomo alto, un gigante buono, con la capacità però di non guardare mai nessuno dall’alto in basso, “ma di guardare e di aiutare a guardare lontano, insieme agli altri, spesso prima degli altri, avendo a cuore il bene di ciascuno” ha detto ancora don Fontana. “Si è speso con generosità. Una vita appassionata che si è messa alla ricerca e a servizio di qualcosa di più grande rispetto ai soli risultati che ciascuno dei suoi bambini e ragazzi poteva raggiungere. Un uomo di relazioni ricche di umanità”.

Anche per questo, Massimo ha lasciato una eredità importante, non solo sportivamente ma anche umanamente: “Ha messo a frutto i suoi talenti con entusiasmo, li ha messi a servizio degli altri senza tirarsi indietro”.

E proprio i bambini sono stati a dare l’ultimo saluto al feretro, posandovi sopra dei fiori colorati, proprio accanto alla sua foto. Come a dire: non ti dimenticheremo mai.

Laura Bosio

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