Cronaca

Ricettarono 14 pergamene rubate
a Sant'Agata. Condanna definitiva

Nel luglio del 2015 i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale di Monza rintracciarono la metà dei circa 500 documenti antichi trafugati nel febbraio precedente dall’archivio della chiesa cremonese di Sant’Agata. Valore complessivo del bottino: due milioni di euro. Sette furono gli indagati, prevalentemente di antiquari e pensionati appassionati residenti nelle province di Cremona, Bergamo e Mantova. Nei confronti di tre persone finite a processo per ricettazione, padre e due figli, la Corte di Cassazione ha pronunciato sentenza definitiva di condanna. Si tratta di un Franco, 75 anni, di Carpenedolo, e dei figli Luca e Bruno, rispettivamente di 48 e 41 anni, già condannati il 13 luglio del 2021 dalla Corte di Appello di Brescia per la ricettazione di quattordici pergamene antiche provenienti dal furto nella chiesa cremonese. Le indagini dell’epoca permisero di ritrovare 277 documenti antichi, passati dalle mani di un antiquario cremonese: alcuni furono trovati direttamente in suo possesso, altri furono recuperati dopo essere finiti in abitazioni private di varie province, tra cui Milano e Mantova, e mercatini, come quelli di Castelleone e Gonzaga. Tra i documenti ritrovati, anche la più antica delle pergamene, datata 23 ottobre 1039 (una bolla papale), così come altre risalenti ai secoli successivi.

S.P.

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