Cronaca

Piaga femminicidi, Viola: "Più
interventi su uomini maltrattanti"

L'assessore alle politiche sociali del Comune di Cremona fa il punto sulle attività di enti e associazioni riuniti nella Rete Antiviolenza ed esprime un giudizio sulle recenti misure annunciate dal Governo: "Serve più educazione nelle scuole, maggiore aiuto ai Centri antiviolenza e intervenire con maggiore incisività sugli uomini che si macchiano delle violenze"

Violenza contro le donne purtroppo più che mai d’attualità dopo il femminicidio di Senago, con la vasta enfasi mediatica e gli annunci del governo sull’inasprimento delle  misure nei confronti degli uomini che si macchiano di reati odiosi come stalking, maltrattamenti, violenze, arrivando anche all’esito più estremo.

Proprio nei giorni scorsi a Cremona si è riunita l’assemblea della Rete Antiviolenza, che riunisce una quarantina tra enti,  associazioni e scuole, firmatari di uno specifico protocollo esistente da anni con a capo la Prefettura e, per quanto riguarda le scelte operative, il Comune di Cremona. Scopo: fare il punto sullo stato d’avanzamento dei progetti in corso, in particolare di accoglienza e di fuoriuscita dai percorsi a favore delle donne maltrattate, e mettere a punto nuovi strumenti di intervento. “Ci siamo aggiornati sui percorsi in essere – spiega Rosita Viola, assessore ai Servizi Sociali – in particolare su due progetti provinciali:  Arca V sull’accoglienza e la presa in carico e il progetto LIA 2 per l’autonomia lavorativa e abitativa. Sono situazioni complesse, non è semplice accompagnare queste donne verso percorsi di autonomia.”

 Ieri l’altro si è tenuto il primo incontro formativo su un particolare reato, quello della tratta, fenomeno nascosto ma non infrequente anche da noi, che vede come vittime in particolare le nigeriane: “Il centro antiviolenza Aida ha proposto un percorso di formazione per volontari e operatori dei servizi, per capire le dinamiche e i flussi. Si è visto infatti che queste donne una volta fuori dai percorsi di tratta, ritornano nei centri antiviolenza a causa di ulteriori episodi di violenza domestica”.

Dunque c’è molto da fare su questo fronte e le misure annunciate dal Governo Meloni che vedono insieme tre ministeri (Giustizia, Famiglia, Interni) non bastano, spiega Viola: “Ho letto del maggior uso del braccialetto elettronico, del potenziamento del numero 1522, che già esiste, e anche della previsione di fondi per garantire un microcredito alle donne che possano così recuperare un minimo di autonomia. Da che si sta affrontando questo tema così delicato e complesso, una vera piaga sociale, vorrei però che si pensasse a misure in ottica di prevenzione, a cominciare dalle scuole e da tutte le realtà educative; al potenziamento dei centri antiviolenza che sono poi la porta d’accesso per chi ha bisogno d’aiuto; mi piacerebbe anche un pensiero a enti locali e strutture che accolgono, perchè i finanziamenti che valgono per sei mesi o un anno non bastano per accompagnare le vittime”.

Ma soprattutto ci vorrebbe un potenziamento dei percorsi per uomini maltrattanti. “A Cremona c’è il  CAM di  Castelleone che opera in sinergia con la Questura: bisogna essere consapevoli che questi uomini vanno accompagnati … poi l’esito può essere diverso, certo è che i dati ci dicono che questi uomini, anche quando escono dal carcere, sono spesso ancora ossessionati dalle donne, le cercano e purtroppo possono arrivare al femminicidio. E’ un tema complesso e delicato, però se ne deve parlare e ci si deve attrezzare”.

Sono un centinaio le donne – tra nuovi ingressi e prese un carico – che ogni anno vengono seguite dal centro antiviolenza Aida, operante a Cremona città e nei comuni del circondario cremonese. gbiagi

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