Cronaca

Caso "Sartoriali". I retroscena del
viaggio pagato 2 volte all'agenzia

Sarà pronunciata il prossimo 15 novembre la sentenza contro Monica Guasti, ex titolare dell’agenzia di corso Mazzini “Le Sartoriali del Viaggio” accusata di appropriazione indebita. Per la procura, nel 2017 si sarebbe appropriata della somma di 16.221,89 euro consegnata da Roberto Esposito, un cliente, per la prenotazione di un pacchetto viaggio in Papua Nuova Guinea.

Quello di Roberto era stato il viaggio più costoso. Una volta arrivato in Papua Nuova Guinea, il tour operator gli aveva comunicato con sua grande sorpresa che il viaggio non risultava pagato. Al cliente era toccato mettere mano al portafoglio e pagare una seconda volta. Nel frattempo Roberto è deceduto. A costituirsi parte civile sono stati la moglie e i due figli attraverso l’avvocato Attilio Raco di Milano.

Oggi in aula è stata sentita l’ultima testimone, la referente tecnica per la costruzione dei viaggi che aveva ricevuto dal tour operator una telefonata in cui, a poco più di un mese dalla partenza del cliente, chiedeva che fosse saldata la pratica. Il viaggio, in sostanza, era stato prenotato e già pagato da Esposito, ma i servizi risultavano non pagati. In agenzia ci si era mobilitati per verificare l’accaduto: la diretta consulente del viaggio non era raggiungibile perchè in viaggio in Mongolia, e così la testimone si era rivolta alla Guasti. “Ci siamo messe a cercare la pratica, ho chiamato il signor Esposito per farmi aiutare a ricostruire il viaggio e alla fine siamo riusciti a riemettere i biglietti aerei e a pagare la prima parte del viaggio. Bisognava però saldare la seconda parte prima che il cliente, che era già partito, vi potesse accedere. La Guasti e il tour operator si erano accordati che per il saldo a rimanenza sarebbe data una cambiale in garanzia. Sarebbero stati fatti tre bonifici in tre tranches per complessivi 17.829 euro”. “Io stessa”, ha raccontato la testimone, “ero andata a comprarla, poi però l’incontro tra la Guasti e il tour operator era saltato e al cliente hanno chiesto di strisciare la carta”. “Quello, per noi”, ha concluso la teste, “era un periodo do poca liquidità”.

La scorsa udienza, invece, era stata sentita l’ex direttrice tecnica, assunta a gennaio 2017, licenziata a fine luglio, mai pagata. “Ho chiesto due acconti e un saldo, quest’ultimo un mese prima del viaggio”, aveva ricordato. “Io poi non so come sia andata avanti la trattativa, perché il 12 luglio ero in Mongolia con dei clienti”. La pratica era passata in amministrazione. “Era la Guasti a gestire sempre tutti”. Riguardo il secondo acconto pagato dal cliente, la testimone aveva detto che le era stato chiesto di farselo dare in quanto dovevano fare altri pagamenti. In agenzia, in pratica, c’era bisogno di denaro per “tappare” i buchi aperti su altri viaggi.

Nell’aprile del 2021 Monica Guasti, finita nei guai con l’accusa di essersi appropriata del denaro dei clienti, era stata condannata ad otto mesi, pena sospesa, per aver falsificato una cambiale, e assolta dal reato di appropriazione indebita riguardante 4.824 euro consegnati a titolo di rimborso per una mancata effettuazione di un viaggio in Cile, Polinesia francese e Giappone e mai consegnati al cliente. Ora è di nuovo a processo per il viaggio in Papua Nuova Guinea.

L’agenzia viaggi della Guasti era stata inaugurata in pompa magna il 14 gennaio del 2017. Nel maggio del 2018, la chiusura: la società era morosa per parecchie mensilità: circa 70.000 euro. E in più c’erano querele, dipendenti e creditori non pagati. L’imputata era stata accusata di essersi appropriata del denaro dei clienti per saldare i fornitori con i quali era indebitata anzichè pagare i tour operator. Alla fine i clienti erano stati risarciti e di conseguenza le querele erano state ritirate.

Sara Pizzorni

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