Cronaca

Vessazioni al padre. Una 47enne
a processo per maltrattamenti

Per aver maltrattato il padre, una 47enne, attualmente sottoposta alla misura dell’allontanamento dalla casa familiare e con il divieto di avvicinarsi alla vittima, è finita a processo.

L’avvocato Pasquali

Secondo l’accusa, l’imputata, continuamente ubriaca, dal 2019 avrebbe rivolto al padre 79enne ripetuti improperi, facendolo assistere ai quotidiani litigi con il compagno brasiliano. Inutili erano state le richieste della vittima, avanzate in più occasioni, affinchè la figlia e il compagno si trovassero un’altra sistemazione. La coppia, invece, aveva continuato ad abitare nella casa dell’anziano.

In un’occasione l’uomo, nel corso di una discussione tra la figlia e il fidanzato, si era frapposto tra i due, ma lei lo aveva colpito all’avambraccio destro, procurandogli un livido. La donna avrebbe poi chiesto in continuazione al padre somme di denaro, insultandolo in caso di rifiuto.

“Non dormivo più a letto, ma sul divano in sala, ma anche per terra, perché avevo paura”, ha dichiarato in aula la vittima. “In casa tenevano la musica ‘spianata’ fino alle due di notte, lei veniva con le lattine di birra e bottiglioni di Bonarda. Quando ci incrociavamo in corridoio, mi dava degli spintoni con il gomito. Una volta mi ha lanciato lo stendino sull’avambraccio”.

L’imputata non avrebbe nemmeno contribuito alle spese di gestione della casa, vivendo insieme al compagno a carico del padre. L’anziano, visto il clima vessatorio che c’era in casa e considerando intollerabile la prosecuzione della vita in comune, aveva deciso di lasciare l’abitazione, chiedendo a dei vicini di casa di ospitarlo. Era rimasto da loro per cinque mesi.

“Sua figlia e il compagno continuavano a litigare, urlavano di notte”, ha raccontato la vicina che lo ha ospitato. “Lo trattavano male: insulti, minacce. In casa nostra lui piangeva. Lei chiedeva soldi al padre. Quando ancora vivevano insieme, la sentivo dire al padre: ‘Bastardo, crepa’. Nel condominio, la vita era diventata impossibile a causa delle urla della figlia. Molte volte sono state chiamate le forze dell’ordine”.

“Mia figlia non l’ho più vista”, ha riferito l’anziano, che ora è tornato ad abitare nella sua casa. “L’ho sentita due volte: una per il compleanno, un’altra quando ero uscito dall’ospedale . Ci ero andato per il cuore, mi mancava il respiro”.

La 47enne è assistita dall’avvocato Gianluca Pasquali. La sentenza sarà emessa il 28 giugno.

Sara Pizzorni

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