Cronaca

Ruba in casa per saldare debito.
Due condanne, vittima un 16enne

Due anni e due mesi di reclusione ciascuno. Queste le condanne emesse oggi in udienza preliminare per Darius Feraru, 19 anni, e per Beniamin Nicolae, 20 anni, entrambi romeni residenti a Cremona, accusati di tentata estorsione e il solo Feraru anche di lesioni. Dopo 7 mesi agli arresti domiciliari, da oggi sono tornati in libertà.

L’avvocato Priori

Nel giugno del 2022 gli imputati, insieme ad un terzo che sarà giudicato dal tribunale per i minorenni di Brescia, avevano continuamente minacciato un 16enne cremonese, pretendendo  il pagamento di un debito in realtà mai contratto e che non si estingueva mai, arrivando a raggiungere la cifra di 300 euro. Pur di farvi fronte, il minorenne si era spinto persino a compiere furti “casalinghi”, sottraendo denaro ai genitori e un anello d’oro alla madre.

In un’occasione, inoltre, davanti all’indisponibilità di ulteriore denaro contante, i due romeni lo avevano costretto a salire in macchina con loro, trattenendolo contro la sua volontà per diversi minuti. Nicolae, in particolare, gli aveva inviato dal proprio profilo Instagram dei messaggi minatori: “Non vai a casa. Mi aspetti. Sono stato chiaro?”. Dopo averlo caricato sulla macchina del 20enne, il ragazzino era stato portato vicino al cimitero e poi costretto a scendere dall’auto e a sedersi per terra. Al 16enne erano stati chiesti insistentemente i 300 euro per asseriti debiti di droga altrui. Se no, i due lo avrebbero portato via senza più farlo tornare a casa.

L’avvocato Vezzoni

Feraru lo aveva anche preso per il collo e colpito con ripetuti schiaffi al viso e con calci sulle gambe, provocandogli ferite giudicate guaribili in 4 giorni. Alla fine il ragazzino non era riuscito a recuperare la somma richiesta. Per questo motivo il reato contestato è stato quello di tentata estorsione.

Il 19enne, difeso dall’avvocato Guido Priori, era già stato arrestato nel novembre del 2020, ancora  minorenne, per una rapina in abitazione. Nicolae, invece, era assistito dagli avvocati Alessandro Vezzoni e Monica Fassera. In un primo momento il 20enne era riuscito a far perdere le sue tracce, tanto che si erano attivati i colloqui internazionali con le forze di polizia europee, cosa che aveva permesso di collocare la sua presenza nell’est Europa. Tuttavia, il ragazzo, nell’ottobre dell’anno scorso si era spontaneamente presentato alle forze dell’ordine.

L’indagine degli agenti della Squadra Mobile si era sviluppata sia tramite l’ascolto di numerose persone informate sui fatti che con attività tecniche di analisi delle “scie telematiche” degli imputati, oltre che con il costante monitoraggio dei loro profili social.

Sara Pizzorni

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