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Riesci sempre a pasSarr
a testa alta dall’Olimpico

Da cortese imbucata al party laziale, a generosa invitata col regalo più riuscito della festa: la Cremonese che perde 3-2 all’Olimpico con la Lazio seconda della classe rappresenta bene tutte le versioni contraddittorie dei grigiorossi distribuite nel corso di un’annata in cerca di equilibrio.

L’onta della manita subita dal Bologna da ripulire con una big, l’avvio shock con primo tempo chiuso sotto 2-0, il pari ripreso con caparbietà e fortuna ma cestinato con l’ennesimo errore difensivo di un campionato da peggior retroguardia della serie A al pari della Sampdoria.

La sintesi di Lazio – Cremo 3-2 è simile a quella del Giglio di Reggio Emilia col Sassuolo, seppur con motivazioni discordanti: all’epoca Bianchetti e compagni lottavano ancora, oggi conoscono già il loro destino. E vedendo i limiti di Verona e Spezia, per non parlare dei salvifici ex a Lecce, la caduta in B della Cremo produrrà insonnie ancora a lungo.

A Roma, capitale che ha visto tre delle migliori partite grigiorosse tra andata con la Lupa, sacco di Coppa Italia e ritorno con la Lazio, Ballardini imposta un 3-5-2 che somiglia più ad un 5-3-2 in avvio, per proteggersi sugli esterni alti e le mezzali estrose di Sarri, rimettendo Bianchetti dall’inizio dopo le panchine post Udinese.

Non basta l’approccio attendista: pronti via e Hysaj firma il blitz dell’1-0 sforbiciando le larghe maglie grigiorosse. Tre minuti per sbloccarla, un’altra mezz’ora per incanalarla: la Lazio raddoppia con Milinkovic Savic che accarezza un cross di Pedro al 37’. Sembra un monologo, in una partita a ritmi bassi con i palleggiatori laziali a sedare il match.

Ad addormentarsi però sono proprio i biancocelesti che nella ripresa sgranano gli occhi per il destro di Galdames al 54’ e restano increduli per la carambola di Lazzari quattro minuti dopo: è il 2-2 che riapre il duello e accende il finale, allungando moduli e aprendo spazi.

Ma dopo un paio di occasioni ospiti e una sequela di sprechi locali, è l’uscita a vuoto di Sarr con deviazione maldestra di Vasquez a propiziare la doppietta del sergente Milinkovic Savic, che chiude in bellezza l’ottava e forse ultima stagione sul Lungotevere.

Ballardini voleva una prova che racchiudesse dignità e impegno: l’ha ottenuta, seppur con i soliti alti e bassi. I tifosi cremonesi recintati nella Monte Mario cercavano un pomeriggio di reazione e redenzione: l’hanno ottenuto, seppur con alti e bassi.

Ne manca ancora una da onorare: l’ultima giornata con la Salernitana, in uno Zini che tutti vorrebbero ma che la Cremo ha necessità di riconquistare dopo il pokerissimo subìto dal Bologna. Tra poco calerà il sipario sul 2022/2023 e si apriranno le danze per il ritorno in una B che, viste le piazze coinvolte, sembra più una serie A2.

Simone Arrighi

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