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Cremo, la resa incondizionata
vale già la retrocessione

A sancire la retrocessione della Cremonese in serie B, ancor prima della matematica aggrappata al risultato di Lecce-Spezia e possibilità infinitesimali, sono i protagonisti di sabato allo Zini: dal campo alla sala stampa, prestazioni e coro unanime, una resa totale che solo tre ore prima sembrava inconcepibile.

In primis perché Ballardini si è sempre fatto garante del lavoro del gruppo, delle motivazioni. In secondo luogo perché tutti, all’unisono, hanno sempre dichiarato di non voler mollare di un centimetro.

E invece i fatti hanno tradito le parole: la Cremo si è consegnata al Bologna senza colpo ferire, in una giornata che non lasciava alternative alla vittoria per alimentare la flebile speranza di riscrivere il destino di una stagione difficilissima dal principio.

Zero punti dopo quattro giornate, sette in venti partite nell’intera gestione Alvini, tecnico alla prima in A al quale è stata concessa anche l’opportunità di rilanciarsi con due mesi di sosta lunga dovuta al mondiale invernale. Una pausa di riflessione che non è servita a dare la scossa.

Dopo un mercato estivo per stessa ammissione del direttore sportivo Giacchetta difficile per una neopromossa con poco appeal, ne è arrivato uno di riparazione che ha tolto profondità alla rosa.

La scintilla innescata dalle imprese in Coppa Italia, spenta presto dai punti persi per strada in campionato.

L’onda lunga tra aprile e inizio maggio, con 11 punti in 6 giornate, esaurita dalle sconfitte senza mordente di Udine e Torino, dal mancato colpo casalingo con l’Hellas, dalla cinquina in volto presa dal Bologna (erano quasi 40 anni che la Cremo non subiva cinque gol in casa).

Il serbatoio di speranze grigiorosse, in riserva da mesi, si è esaurito proprio allo Zini.

Non necessariamente retrocessione doveva far rima con umiliazione, eppure così è stato e ad ammetterlo è lo stesso condottiero che fino ad un mese fa portava la Cremo in semifinale di Coppa Italia e in continua rincorsa salvezza. “Siamo stati umiliati. È giusto che questa Cremonese retroceda in Serie B”: parole di Ballardini, chiosa di una missione rimasta impossibile.

Simone Arrighi

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