Cronaca

Piove, ma il Po è in discesa
Piloni: "Crisi idrica non risolta"

"Serve una pianificazione e una programmazione conseguente nel destinare le risorse dove servono, anche attraverso bandi più semplici ed efficaci", avverte il consigliere regionale Dem

FOTO FRANCESCO SESSA

Mentre in Emilia Romagna la pioggia sta causando danni innumerevoli e purtroppo anche morti, in Lombardia il fiume Po non desta preoccupazioni. A differenza dei fiumi appenninici che risentono di alvei stretti, il Grande Fiume è abbondantemente lontano dalle soglie critiche e anzi dopo le piogge intense di domenica, quando il livello si era alzato fino – 5,08 sotto lo zero idrometrico, oggi è in discesa e a mezzogiorno all’idrometro sotto il ponte in ferro segna -5,92.

Non bisogna farsi illusioni, però, sulla fine della siccità, avverte il consigliere Dem in Regione Matteo Piloni: “Se c’è un errore da non fare, oggi, è smettere di parlare della siccità e degli effetti dei cambiamenti, o meglio, della crisi climatica in Lombardia.

La pioggia di questi giorni dà una tregua e aiuta a far partire la stagione irrigua, ma non cancella certamente il problema. Positivo il fatto che, grazie alla pioggia, si vedono aumentati gli afflussi nei laghi e nei vari fiumi che li alimentano, ma all’appello continua a mancare circa il 35% di acqua, se non di più, dal momento che non ha nevicato”.

“Urge cambiare radicalmente l’approccio alla gestione dell’acqua – incalza Piloni -: se continueremo a vederla come una questione di emergenza, le misure non saranno mai tempestive e i danni sempre più elevati.

Serve un approccio strutturale basato sulla prevenzione, a cominciare da un uso razionale e sobrio della risorsa idrica nell’immediato, partendo contemporaneamente con investimenti e progettazione di infrastrutture per soluzioni più strutturate per il medio termine.

In quest’ottica, bisogna partire da una conoscenza approfondita di tutti i territori, acquisendo dati che ad oggi non ci sono, per declinare le diverse necessità in azioni concrete, perché i nostri territori non sono tutti uguali.

Serve una pianificazione e una programmazione conseguente nel destinare le risorse dove servono, anche attraverso bandi più semplici ed efficaci. Non basta affidarsi a Giove Pluvio. E soprattutto non serve fare le cose che si sono sempre fatte, soprattutto se fatte male”.
“Risale al 2018 la nostra richiesta di rivedere la normativa sul deflusso minimo vitale e la risposta è arrivata solo adesso, in parte e cinque anni dopo – sottolinea l’esponente dem -. Eppure, già allora si vedevano i problemi. La tempestività, in un momento come questo, è importante. Le nostre aziende e i nostri territori non possono permettersi di aspettare i tempi, lunghi, di Regione Lombardia”.

 

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