Cronaca

Inps Lombardia, il 18 maggio
mobilitazione dei lavoratori

Una mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Inps della Lombardia è in programma per giovedì 18 maggio in tutti i capoluoghi di provincia lombardi. A Cremona, il presidio organizzato dalle sigle sindacali è davanti alla Prefettura dalle 10.30 alle 12.00. Oltre a Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa, aderiscono anche le sigle UNSA, FLP, Confintesa e USB.

“L’Inps – si legge in una nota congiunta a sostegno della mobilitazione – eroga welfare e, con i suoi servizi di prossimità, svolge un ruolo importante per le cittadine e i cittadini e le imprese. Ma, a livello lombardo, è stato abbandonato a se stesso”.

I sindacati quindi denunciano “la pesante carenza degli organici nelle sedi dell’istituto, con le ricadute sui carichi di lavoro, la performance (e gli effetti sul salario accessorio) e i servizi da garantire”.

“La scopertura di personale – fanno sapere – è del 57,2%. Delle 471 persone assegnate alla Lombardia, nonostante la carenza fosse di 830 unità, hanno preso servizio lo scorso 17 aprile solo in 355. Significa che le rinunce sono state di circa il 29%, un dato distante dall’8% ostentato a livello centrale. E mentre le nuove assunzioni sono poche, continuano i pensionamenti e le mobilità. Stanchezza, frustrazione ed età avanzano tra i dipendenti dell’istituto, a cui manca il necessario turnover”.

Le sigle sindacali poi ammoniscono: “Questa difficile situazione sta aumentando il rischio di chiusura dei servizi, soprattutto nelle agenzie territoriali, ma ad arrancare ci sono anche le sedi provinciali, con alcuni uffici mandati avanti da 2-3 lavoratrici e lavoratori. Noi diciamo NO alla scelta degli Organi di governo dell’Istituto di abbandono delle sedi Inps della Lombardia”.

“Il personale in servizio nella nostra regione – sottolineano – rischia di esaurirsi per pensionamento, alla luce dell’età media ed in assenza del necessario turnover. Non garantendo adeguate assunzioni si sta tracciando la chiusura delle Sedi, ed in primis delle Agenzie Territoriali, che sono presidio di legalità ed erogatrici di welfare alla cittadinanza sul territorio”.

“Per questi motivi – concludono – abbiamo dichiarato lo stato di agitazione del personale relativamente alla situazione degli organici delle Sedi in Lombardia e per la tutela del salario delle lavoratrici e dei lavoratori, perché saranno inevitabili gli effetti nefasti di questa situazione anche riguardo alla produttività delle strutture, e non consentiremo che a causa di scelte incomprensibili dell’Amministrazione il personale della Lombardia abbia delle penalizzazioni sui compensi incentivanti”.

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