Cronaca

Emergenza cinghiali, l'allarme:
"Interi campi saccheggiati"

Aziende agricole disperate a causa del proliferare dei cinghiali, che divorano letteralmente intere colture. A lanciare l'allarme è il conduttore di un'azienda agricola di Motta Baluffi, che risiede in zona golenale, e che si trova costantemente presa di mira da branchi di ungulati.

L’emergenza cinghiali nel territorio cremonese si fa sempre più incalzante, ed è soprattutto nelle zone golenali che porta con sè le conseguenze peggiori. A lanciare l’allarme è Luciano Torri, conduttore dell’azienda agricola Cascina Boscone delle Cavalle, situata nella golena, a Motta Baluffi. 402 ettari di terreno coltivato a mais, soia, e da quest’anno anche a frumento, che produce 45mila quintali di mais annui, e qualche migliaio di quintali di soia, ma che negli ultimi mesi ha dovuto riseminare i propri campi fino a tre volte, a causa dell’invasione di cinghiali, che si sono letteralmente mangiati tutte le sementi.

“Attualmente pensiamo di aver perso dal 10 al 12% dell’intera superficie aziendale. Quantificando, la perdita si aggira intorno ai 30 ettari di mais e a circa 8,5 ettari di grano duro. In alcuni campi abbiamo fatto anche una terza risemina, ma i cinghiali hanno mangiato anche quella. Il risultato sono campi svuotati, dove ormai non crescerà più nulla in ampie parti”.

Un danno, anche economico, non indifferente, dunque: “Se dovessimo fare un conto economico sulle medie produttive aziendali, siamo tra i 150 e i 170mila euro di perdita. Quanto sarebbe il guadagno dell’azienda, insomma. Siamo molto preoccupati, perché quest’anno rischiamo di andare in rosso”.

A nulla, quindi, sono valsi i tentativi di mettere in sicurezza la proprietà, che negli ultimi anni l’azienda ha messo in campo, arrivando a circondare tuta la proprietà con 22mila metri di filo elettrico, con un investimento da 30mila euro. “Il problema sono i numeri: negli anni scorsi siamo riusciti a contenerli, ma ora sono davvero tantissimi: basti pensare che ci sono branchi da 15 esemplari, ma ne abbiamo visti anche da 30”. D’altronde lo stop per oltre un anno al piano di contenimento, ha consentito ai branchi di proliferare.

Come l’azienda di Cascina Boscone delle Cavalle, che conta sei dipendenti, anche molte altre della zona sono nelle stesse condizioni. E molte quelle che rischiano di saltare, come sottolinea lo stesso Torri: “A questa situazione si deve aggiungere il problema dei rincari, per non parlare delle bollette, con un costo dell’elettricità passato da 78mila a 321mila euro annui”.

L’auspicio è che il piano di contenimento riesca finalmente a decollare, portando ad una riduzione netta della popolazione di ungulati sul territorio.

Laura Bosio

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