Lettere

Trenord, autorità dei trasporti
respinga la proroga

da Dario Balotta responsabile Mobilità e infrastrutture Europa Verde

La causa del perenne stato di crisi tecnico-gestionale di Trenord è la concentrazione monopolista nata 11 anni fa con la fusione paritaria tra FNM e le FS. Roberto Formigoni riteneva che la nascita federalista di Trenord fosse il toccasana e che l’unione di due aziende avrebbe prodotto un fulgido esempio di efficienza per il rilancio del trasporto peendolari. Il passo vero lo aveva già fatto mezza Europa ma all’opposto, con l’introduzione della concorrenza (correggendo la deregulation inglese con una stringente regolazione pubblica) per la gestione dei servizi ferroviari con la messa a gara e la suddivisione in lotti delle reti ferroviarie regionali.

E’ questa “protezione” politica, derivante dal monopolio, che si vorrebbe prorogare per altri 10 anni. Trenord si è rivelata come un’ aggregazione di potere e di strumenti di consenso da parte degli enti pubblici proprietari, mentre nel resto dell’ Europa i trasporti pubblici sono più efficienti e spostano più passeggeri, grazie alle liberalizzazioni che hanno sottratto le compagnie ferroviarie (pubbliche o private) da gestioni burocratiche, inefficienti e consociative evitando il conflitto d’interessi in cui si trova la Regione lombardia che è al tempo stesso il programmatore dei servizi, il compratore e il gestore degli stessi attraverso la controllata Ferrovie Nord.

Formigoni aveva promesso economie di scala e di scopo la pace sindacale invece sono cresciute le diseconomie, si sono sommate le “tare” storiche corporative di FS e FNM e quindi i costi d’esercizio sono diventati i più alti d’Italia mentre l’indice di puntualità è la più bassa con l’84%. La produttività è inferiore del 20% della media europea la conflittualità è esplosa con una media di uno sciopero al mese. Anche stavolta i dati che giustificherebbero il rinnovo del contratto di servizio senza gara sono inventati e ci si augura che l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che dovrà esaminare il dossier Trenord, sia inflessibile nel respingere il rinnovo automatico del contratto di sevizio.

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