Cronaca

"La nostra colpa? Essere del Sud".
"Stalking e pregiudizi" dalla vicina

Di stalking e violazione di domicilio nei confronti dei vicini di casa deve rispondere in tribunale, Giuliana, 83 anni, residente in via Cadolini a Cremona. Per l’accusa, avrebbe molestato e minacciato un’intera famiglia, il marito Renato, la moglie Veneranda e la figlia a cui aveva dato in locazione un alloggio adiacente alla sua abitazione. Dall’anno scorso la donna avrebbe messo in atto una serie di comportamenti persecutori contro il nucleo familiare, insulti compresi.

Nei confronti dei vicini, da 22 anni residenti a Cremona ma nativi di Bari, in diverse occasioni avrebbe pronunciato frasi quali “meridionali di m…”, “meglio affittare ai cinesi”, e contro la vicina: “lavi sempre perchè hai i pidocchi”, spruzzandole sul corpo e sul viso del detersivo, dicendole: “ti disinfetto io”. Varie volte l’imputata si sarebbe anche introdotta nell’abitazione delle vittime, sfruttando l’ingresso nella casa di alcuni operai, lamentandosi di come fosse tenuto l’alloggio, sostenendo che sarebbe stato meglio affittarlo a dei romeni o regalarlo e che loro non erano degni di abitarci. “Andatevene al sud, che magari con i vostri simili vi capite”, avrebbe detto ancora. E poi, rivolta al capofamiglia: “lei è un dittatore come Putin”.

In un’altra occasione Giuliana avrebbe suonato insistentemente al campanello, e visto che nessuno le apriva, avrebbe provocato dei rumori sulle inferriate, lamentandosi che non si potevano stendere i panni sul balcone.

Nel mese di aprile dell’anno scorso avrebbe anche appeso dei cartelli sul portoncino di casa degli inquilini o sul balcone con regole e divieti relativi alla gestione della casa in affitto. Pena, l’obbligo di cambiare casa.

E ancora: il 10 maggio avrebbe usato un tubo per irrigazione per bagnare i panni stesi della famiglia, e all’arrivo sul balcone di Renato, lo avrebbe bagnato dalla testa ai piedi, dicendogli che l’acqua era santa e che gli avrebbe fatto solo bene.

L’imputata è anche accusata di lesioni nei confronti di Veneranda, in quanto, il primo luglio del 2022 l’avrebbe spintonata facendola cadere a terra e poi tirandole i capelli per tentare di chiudere il portone del condominio, provocandole lesioni guaribili in sei giorni.

Il processo entrerà nel vivo il prossimo 7 luglio. Intanto Veneranda, come riportato da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, ha scritto una mail al sindaco di Bari Antonio Decaro, spiegandogli la situazione e dicendosi “fiera di essere di Bari”. “Tra le invettive di cui siamo oggetto”, ha scritto la donna, “c’è l’essere meridionali, e soprattutto di Beri (così ci ha apostrofato, storpiando il nome della nostra città). Non è tollerabile, oggigiorno, che si continui con il pregiudizio, che venga disprezzata la città di origine di una famiglia sempre puntuale nell’adempimento dei propri doveri e disponibile per qualsiasi cosa. La nostra Bari è incantevole e ci torniamo ogni anno con gioia”.

Sara Pizzorni

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