Ambiente

Ex Banca d'Italia, il progetto
di Boeri: ecco palazzo CorteVerdi

A Palazzo Pallavicino la presentazione ufficiale del progetto di riqualificazione dell'ex Banca d'Italia di Cremona realizzato dall'architetto di fama mondiale. L'iniziativa immobiliare sarà realizzata dal gruppo FinDonati spa

Fotogallery Francesco Sessa

“Architettura sostenibile e rigenerazione” è stato il tema dell’incontro di questa mattina a Cremona, a palazzo Pallavicino di corso Matteotti, con la partecipazione dell’architetto Stefano Boeri, il cui studio (Stefano Boeri Architetti) ha curato il progetto di riqualificazione dell’ex Banca d’Italia di Cremona, edificio storico, porta d’accesso a piazza Stradivari e al contesto monumentale della città. L’iniziativa immobiliare sarà realizzata dal gruppo FinDonati spa, guidato da Nicola Massera: nascerà così palazzo Corteverdi; questo sarà infatti il nuovo nome dell’edificio.

Dopo anni di abbandono, l’ex Banca d’Italia sarà quindi oggetto di un recupero che porta la firma dello studio milanese di livello internazionale, autore di un progetto che si propone anche di valorizzare gli spazi per la socialità di chi vi andrà ad abitare.

“Il nostro lavoro – ha detto Boeri – è trasferire la complessità del mondo all’interno della rimodulazione degli spazi. Un dipartimento del nostro studio – ha proseguito – si occupa solo di ricerca ed abbiamo approfondito in questi ultimi anni il rapporto tra architettura e natura vivente; il Bosco Verticale di Milano, realizzato nel 2014, è stato studiato come un modello in cui anche le piante sono considerate come abitanti dello spazio architettonico. L’intervento su un edificio esistente – ha detto ancora l’architetto – è la sfida principale del nostro lavoro, perché partire da zero è più semplice: questa è inoltre la vera sfida del futuro, perché non possiamo pensare che le nostre città siano rase al suolo e ricostruite”. La logica dell’intervento sull’ex Banca d’Italia di Cremona è stata quella di rispettare l’identità e la storia dell’edificio, insieme al contesto in cui si colloca: “Il nostro lavoro deve prestare attenzione non solo allo spazio ma anche al tempo di una città” ha affermato Boeri.

Il palazzo della Banca d’Italia di Cremona è stato progettato dall’architetto Luigi Vagnetti all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il progetto definitivo è stato approvato nel 1954 e l’edificio è stato costruito nel 1958-59. L’attività della banca è poi cessata nel 2009 ed ora nascerà palazzo Corteverdi.

Il progetto prevede una vetrata che chiuderà il portico che si affaccia su piazza Stradivari (con tre accessi, due laterali ed uno centrale), per renderlo vivo, abitabile ed aperto alla città anche attraverso attività ricettive o commerciali. La copertura introdurrà un piano in più (già previsto peraltro dal primo progetto dell’architetto Vagnetti, all’epoca bocciato dalla Sovrintendenza), per un totale di cinque piani fuori terra di cui quattro adibiti a residenze, ed una superficie fotovoltaica di 480 metri quadrati. Sono inoltre previste specie vegetali differenti a caduta, in una trama di logge e terrazze che ricorda, senza imitare, il Bosco Verticale milanese e sarà introdotta un’area verde centrale.

“I principi progettuali su cui si basa l’intervento – si legge in una nota dello studio SBA – vedono da un lato una riqualificazione che tenga conto del valore delle preesistenze, nel pieno rispetto del loro carattere fortemente consolidato, e dall’altro l’efficientamento energetico della struttura e la sua riconnessione con la città, grazie alla creazione di una corte verde all’interno, e all’utilizzo del porticato, all’esterno, per funzioni collettive, aprendo letteralmente l’edificio all’interazione tra la città”. Come unica demolizione il progetto prevede l’abbattimento del volume interno alla corte, dove originariamente erano situati gli sportelli degli uffici di credito e la grande sala d’attesa per i clienti accessibile da via Verdi; in questo modo, il progetto permette di liberare l’originale impianto a C dell’edificio e, oltre a ridurre a zero il consumo di suolo, rende permeabile un’area precedentemente coperta, trasformando un’ampia superficie in vera e propria corte interna aperta.

“Il layout degli ambienti interni – si legge ancora nella nota dello studio – è ripensato con lo scopo di ottenere quattro-cinque appartamenti per piano, tutti dotati di un doppio affaccio sull’esterno e sulla corte interna. Per quanto riguarda il piano terra, invece, la soluzione progettuale propone di chiudere con vetrate il porticato, che di fatto costituisce il punto di contatto tra l’edificio e la piazza Stradivari e che nel tempo ha perso la sua funzione di ingresso monumentale, in modo da sfruttarne la potenzialità per attività pubbliche e semi-pubbliche e come spazio fruibile dalla città”.

Il progetto propone inoltre il mantenimento della loggia attuale e del cornicione che la sormonta, ma prevede il ridisegno della geometria della falda esistente attraverso l’inserimento di sistemi di schermatura delle terrazze, nell’ottica di una complessiva conservazione dell’immagine dell’edificio nella sua solidità e integrità. “Nel complesso – conclude la nota di SBA -, l’intervento di Stefano Boeri Architetti, in linea con l’approccio progettuale dello studio e le precedenti esperienze di riqualificazione architettonica e urbana, si pone l’obiettivo di dare all’edificio dell’ex Banca d’Italia a Cremona un valore aggiunto, sia di carattere funzionale che ambientale, a partire dai principi di riduzione del consumo di suolo, riqualificazione del costruito, adeguamento energetico e valorizzazione del suo rapporto con il contesto: mantenendo un forte rapporto con la preesistenza storica, il progetto ne conserva l’aspetto formale esterno, aprendo nella corte interna la rivisitazione delle facciate, in chiave contemporanea”.

Aldo Gazzina, direttore tecnico del gruppo FinDonati, ha parlato della sfida ambientale che questo progetto affronta, con un’attenzione particolare al tema della sostenibilità: “La natura – con questo progetto – è stata incastonata nel centro della corte, nel cuore del palazzo, per emozionare chi potrà abitarci”.

“La città è un organismo vivente – ha detto nel suo saluto introduttivo il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti – e per questo rigenerare una città è un’operazione di coscienza, culturale, di recupero dell’anima dei luoghi e della storia. La Banca d’Italia di Cremona – ha proseguito – rappresenta uno dei luoghi storici della nostra città ed è legato alla storia di ciascuno di noi: riqualificare quel palazzo significa ridare l’anima a quel luogo. E poi – ha concluso Galimberti – si tratta di un’operazione che renderà più attrattiva la nostra città, per attirare persone dall’esterno che possano venire a vivere a Cremona”.

Il vicesindaco Andrea Virgilio ha invece ricordato i numerosi interventi di riqualificazione attivi a Cremona in questo momento, “mentre stiamo affrontando le sfide della transizione energetica e della sostenibilità ambientale”.

Guido Lombardi

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