Politica

Imballaggi, Salini: "L'assurdo
dietro-front frena l'innovazione"

“Il nuovo regolamento imballaggi rivela un atteggiamento miope e sconcertante della Commissione, che rischia di bruciare milioni di investimenti e compromettere l’economia circolare. Di fronte al mancato raggiungimento in Ue dei target dell’attuale direttiva, invece di studiare le best practice di Paesi come l’Italia, che grazie alla capacità innovativa delle imprese e a un sistema virtuoso di economia circolare, ha centrato con sei anni di anticipo gli obiettivi, l’esecutivo europeo ha deciso improvvisamente di cambiare modello, puntando sul riuso senza una valutazione credibile, né economica né ambientale”. A dirlo l’europarlamentare Fi-Ppe Massimiliano Salini, relatore per il Partito Popolare Europeo del nuovo regolamento imballaggi, sul quale è intervenuto oggi, giovedì 4 maggio, a Bruxelles, durante il dibattito in Commissione Ambiente.

Salini quindi aggiunge: “”Non solo. Abbandonare lo schema legislativo della direttiva a favore di uno strumento normativo fortemente impositivo come il regolamento, riduce gli spazi di scelta dei Paesi membri e viola il principio di sussidiarietà. Come Ppe contestiamo nel metodo e nel merito la proposta e con numerosi emendamenti chiediamo alla Commissione modifiche sostanziali”.

“La proposta della Commissione – spiega – è disancorata dalla realtà e contrasta con l’innovazione: non prende a modello chi sa innovare con successo nel riciclo e decide di fare prevalere il riuso con un approccio ideologico, accumulando pagine di dati sugli effetti negativi della mancata diffusione del riciclo in Europa, tralasciando completamente i benefici apportati dallo stesso riciclo grazie alle eccezionali innovazioni introdotte dagli Stati membri che corrono”.

Quindi l’ueropalramentare evidenzia: “L’Italia è tra i Paesi che ricicla di più in assoluto – nel 2021 oltre il 73% – lo fa a prezzi più bassi, modalità al top dell’innovazione ed è in testa a tutte le classifiche: un vero modello di successo. Invece di studiare queste buone pratiche, l’esecutivo Ue indebolisce la corsa verso il riciclo e vira improvvisamente, senza analisi credibili, sul riuso, denotando un livello preoccupante di approssimazione. Mancano infatti evidenze sull’efficacia del riuso, che anzi rischia di abbattersi negativamente sull’ambiente, incrementando il consumo di acqua ed energia, indispensabili al lavaggio degli imballaggi”.

“Non si possono – conlcude – stravolgere a tavolino, dalla sera alla mattina, le regole del gioco, ripetendo l’errore fatto sui biocarburanti, finanziati per anni dall’Europa e che oggi incomprensibilmente ci sentiamo dire dalla Commissione non vanno più bene. Sono in gioco posti di lavoro, tenuta delle imprese e sostenibilità ambientale: alla Commissione chiediamo più coerenza, responsabilità e attenzione ai campioni europei dell’innovazione”.

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