Cronaca

Estorsione e violenza, il vigilante:
"Sono pentito". E vuole risarcire

Attraverso il suo legale, si è detto pentito di ciò che ha fatto, Pietro Tsolakidis, 54 anni, di Soncino, il vigilante arrestato lo scorso 21 settembre per estorsione, violenza sessuale e violenza privata. L’uomo, che è incensurato, aveva preteso da una 29enne soldi e sesso per non denunciarla per un tentato furto di una piastra per capelli commesso al centro commerciale CremonaPo dove lui era guardia giurata.

L’avvocato Michela Soldi

Il 54enne sta risarcendo il danno: la scorsa udienza con un assegno di 1.500 euro, oggi con un altro di 500. In udienza preliminare, il difensore ha poi mostrato al giudice un bonifico di 2.866,44 euro e un altro di 736,21 euro. Il legale vorrebbe raggiungere una cifra risarcitoria di 10.000 euro, anche se la parte civile, rappresentata dall’avvocato Michela Soldi, ha ribadito che quella cifra era da considerarsi solo come provvisionale. Si torna in aula il prossimo 18 ottobre.

Nel centro commerciale, a fine agosto del 2022, la 29enne era stata sorpresa a rubare una piastra per capelli del valore di 50 euro. Lei aveva aveva ammesso il furto e si era resa disponibile a pagare il prodotto, ma nei giorni seguenti la guardia giurata, che aveva tenuto copia del suo documento con il suo numero di telefono, l’aveva perseguitata dicendole che non l’avrebbe denunciata se lo avesse pagato in denaro e prestazioni sessuali.

A metà settembre i due si erano incontrati alla periferia di Cremona, in auto in un luogo appartato: lui le aveva preso il telefono e gliel’aveva spento, poi le aveva detto che aveva fatto dei viaggi per spiegare ai suoi capi la vicenda del furto e che quindi voleva un rimborso di 150 euro. In più, lei avrebbe dovuto fare tutto ciò che lui le chiedeva, rapporti sessuali compresi.

Alcuni giorni dopo era tornato alla carica. Al telefono le aveva detto che doveva essergli grata per quanto fatto per lei e che voleva un nuovo incontro. Appuntamento il 21 settembre in un luogo isolato fuori città. La giovane, sapendo che l’uomo le avrebbe fatto spegnere il cellulare, aveva nascosto un secondo telefono sotto uno dei sedili in modo da poter registrare le conversazioni. Quando la guardia giurata era salita sull’auto della ragazza, le aveva preso il cellullare e lo aveva spento, ma il secondo apparecchio stava registrando tutto. In quel momento il 54enne le aveva chiesto 50 euro e un rapporto sessuale. La 29enne aveva consegnato il denaro, ma alla richiesta di prestazione sessuale era scesa dall’auto.

All’appuntamento, nascosti, c’erano anche i carabinieri. L’uomo, vistosi braccato, aveva lasciato cadere la banconota da 50 euro nel vano portaoggetti del veicolo credendo di non essere visto, ma era stato intercettato e bloccato mentre scendeva dal mezzo. Era quindi finito in arresto.

Sara Pizzorni

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