Cronaca

Patrimonio prosciugato: chiesto il
processo per ex bancaria e marito

Sulla truffa milionaria che sarebbe stata messa a segno ai danni di due anziane sorelle cremonesi ricoverate in una Rsa, ora decedute, il pm Francesco Messina ha chiesto il rinvio a giudizio di Cristina Pedrabissi, 55 anni ex funzionaria alla Credem, accusata di truffa aggravata e autoriciclaggio, e del marito Maurizio Merlini, 61 anni, accusato di ricettazione e autoriciclaggio. Per la procura, la Pedrabissi, dopo essere riuscita a guadagnare la fiducia delle due vittime, di 92 e 90 anni, le avrebbe raggirate, prosciugando i loro conti correnti di oltre due milioni di euro. Chiesto il processo anche per la madre della ex funzionaria di banca, per la madre di Merlini, entrambe ultraottantenni, accusate di riciclaggio, e per la figlia di quest’ultimo, lei con le ipotesi di reato di ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio. Per tutti, l’udienza preliminare è stata fissata al prossimo 19 luglio.

I fatti contestati riguardano un arco temporale di una decina d’anni. Un’indagine lunga e complessa, dunque, quella a cui hanno lavorato i militari della guardia di finanza di Cremona con il coordinamento della procura. Una indagine partita in seguito a tre esposti presentati da due eredi delle anziane e dalla Credem.

Secondo l’accusa, la Pedrabissi, approfittando della solitudine delle due sorelle e delle loro precarie condizioni di salute, le avrebbe indotte a compiere una serie di atti, come apertura di conti correnti, sottoscrizione di polizze vita con beneficiaria lei stessa o i suoi familiari, ordinativi di bonifici e assegni circolari per pagamenti di acquisti personali, falsificando le loro sottoscrizioni in calce a documenti bancari. L’ex funzionaria, operando direttamente sui loro conti correnti anche attraverso internet, avrebbe procurato a sé e ai suoi familiari un ingiusto profitto, privando le due anziane sorelle della quasi totalità dei loro averi.

La minuziosa ricostruzione dei movimenti bancari e delle operazioni finanziarie che sarebbero state indotte dalla funzionaria di banca alle vittime e i numerosi prelevamenti di denaro contante avrebbero avuto l’effetto di sottrarre la disponibilità di una somma di denaro superiore ai 2 milioni di euro, somma poi confluita su conti correnti o comunque nella disponibilità della bancaria, del marito e dei familiari, e oggetto poi di un successivo trasferimento-investimento in quote sociali e acquisto di immobili e oggetti/beni di lusso.

Lo scorso dicembre i finanzieri, su disposizione del gip Pierpaolo Beluzzi, avevano sequestrato alla coppia, molto conosciuta a Cremona, 24 immobili tra terreni e fabbricati, appartamenti di lusso, ville e un’azienda agricola, conti correnti ed investimenti finanziari, quote sociali, due autovetture di grossa cilindrata, una motocicletta Harley Davidson e due orologi Rolex.

Marito e moglie sono difesi dagli avvocati romani Ernesto Belisario e Stefano Aterno, mentre la madre della Pedrabissi e la figlia di Merlini sono assistite dall’avvocato cremonese Paolo Bregalanti. “Per quanto riguarda la figlia”, si è limitato a commentare il legale, “non ritengo ci sia alcun elemento che possa confortare l’accusa”, mentre per la mamma della ex bancaria l’avvocato Bregalanti si è riservato di “esporre in sede dibattimentale il ruolo della stessa nella vicenda”. Per la difesa della coppia cremonese, quelle effettuate sarebbero state operazioni ordinarie.

Sara Pizzorni

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