Lettere

Il Primo maggio per i socialisti:
il diritto a un lavoro dignitoso

da Diego Rufo - vice segretario provinciale Psi

Egregio direttore,

un lavoro dignitoso che permetta una vita dignitosa. Questo è quello che chiediamo noi socialisti per la celebrazione del Primo Maggio, perché questa data diventi veramente giorno di festa per tutti.
La nostra società negli ultimi cinquant’anni ha subito delle trasformazioni gigantesche in particolar modo in quei luoghi dove si sono realizzati i più avanzati sviluppi economici e di benessere materiale dei cittadini e delle comunità nel suo complesso. I socialisti da sempre hanno cercato di assicurare maggiore eguaglianza sociale cercando di tutelare i lavoratori con la legge del 20 maggio 1970, n. 300, meglio conosciuta come statuto dei lavoratori fortemente voluta dall’ allora Ministro Giacomo Brodolini.

Se la “Costituzione entrava in fabbrica” nel 1970, oggi di fronte ai mutamenti di una società post- industriale, con moderne professionalità, bisogna rinnovarsi accogliendo nuove forme di tutela che garantiscano stabilità e certezza nel futuro soprattutto per i giovani e i cittadini più fragili.

Se “il socialismo è portare avanti chi è nato indietro”, oggi bisogna, di fronte ad un ascensore sociale paralizzato, ridisegnare il Paese in modo tale che divenga attrattivo per i più giovani che nel frattempo continuano a immaginare e in molti casi a realizzare il loro futuro all’estero (fuga di competenze e professionalità). Risorse umane che nella maggior parte dei casi dopo aver migliorato la propria esperienza e preparazione abbandonano l’Italia. Un bagaglio sociale e culturale di cui le nostre città, paesi e territori dovranno fare a meno rallentandone il progresso.
Lavorare è un diritto sul quale la nostra Costituzione si fonda, senza il quale la persona non può realizzare se stessa o permettersi di coltivare una vita sociale o semplicemente contribuire allo sviluppo economico e politico del nostro Paese.

Per noi socialisti, la festa del Primo Maggio sarà anche un grande momento di riflessione, sulle condizioni sociali di tanti precari e disoccupati sfiduciati che chiedono usando le parole di Sandro Pertini ”soltanto la dignità di un lavoro stabile, una casa e di poter curare la salute dei propri cari”.
Tocca anche a noi socialisti riconciliarci con quel mondo del lavoro per garantire l’effettiva partecipazione allo sviluppo economico, sociale e politico di ogni cittadino.
In questa giornata celebrativa non dimentichiamo le tante vittime sul lavoro e le famiglie colpite da questa tragedia. Una piaga, quella della sicurezza, che non è degna di uno Stato civile come il nostro.

Noi, come PSI, il Primo Maggio parteciperemo simbolicamente insieme alle associazioni di categoria, partiti e sindacati alle diverse iniziative territoriali contro ogni forma di precariato e discriminazione sociale ribadendo che solo il lavoro sicuro, stabile ed adeguatamente retribuito permette di costruire società migliore.

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