Cronaca

Doping: assolto l'ex poliziotto
Ma c'è condanna per ricettazione

Assolto dalle accuse di commercializzazione di sostanze dopanti e detenzione finalizzata allo spaccio di farmaci a base di nandrolone. Condannato a due anni e tre mesi per la ricettazione di anabolizzanti, il cui acquisto fuori dai canali legali è vietato dalla legge, e per l’accesso abusivo a sistemi informatici.

Vincenzo Catapano

Dopo tre anni di processo, funestato da numerosi rinvii causati da irreperibilità dei testimoni, citazioni a vuoto, mancanza di prove delle avvenute citazioni, oggi è arrivata la sentenza nei confronti di Vincenzo Catapano, 51 anni, napoletano, l’ex poliziotto in servizio nella sala operativa della Questura di Cremona coinvolto nell’indagine sul doping “Good Drugs” portata a termine nel dicembre del 2018 dagli uomini della Squadra Mobile di Cremona.

Per l’imputato, il pm aveva chiesto la condanna a due anni, sei mesi e a 7000 euro di multa per tre capi di imputazione. Per la ricettazione, invece, aveva chiesto l’assoluzione.

Da anni l’ex agente, che per questo procedimento è stato agli arresti domiciliari, sottoposto all’obbligo di firma e sospeso dal servizio, è tornato a vivere a Napoli e continua nella sua passione per il body building. Ha sempre negato le accuse, sostenendo che quelle sostanze erano “esclusivamente per uso personale”. In una memoria scritta, Catapano, difeso dall’avvocato  Luigi Calabrese, ha dichiarato di non aver mai ceduto nè commercializzato quei farmaci, di averli semmai comprati in acquisti comuni partecipando a collette, che questa passione per il body building magari l’ha portato a fare qualche leggerezza, di cui però si è pentito. Si dice dispiaciuto per aver dato un grosso dispiacere ai suoi genitori e di aver capito la lezione.

Secondo quanto sosteneva la procura, l’ex poliziotto e altre due persone, queste ultime già uscite dall’iter giudiziario con una condanna e un patteggiamento in udienza preliminare, tutti frequentatori di una palestra di Cremona, avrebbero ceduto ad altri atleti amatoriali le sostanze proibite.

Per il pm, era provata la detenzione delle sostanze dopanti, ormoni della crescita e altri farmaci che l’imputato si sarebbe procurato “attraverso canali particolari e con la complicità di medici compiacenti”. Sostanze illegali, anche non commercializzate in Italia, che sarebbero state cedute, dietro cessione di denaro, a diverse persone con le quali Catapano, appassionato di body building, frequentava la palestra. “Se è evidente la cessione di sostanze introvabili nelle farmacie”, ha detto il pm, “non è stato invece possibile stabilire il quantitativo dello stupefacente”. Nel frigorifero dell’abitazione dell’ex poliziotto erano state trovate diverse confezioni di sostanze dopanti, tra cui il Nandrolone, considerato uno steroide anabolizzante ed inserito dal 2010 nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. “Era per uso personale”, ha sempre detto l’imputato.

“Non c’è dolo specifico perchè non c’è stato commercio di queste sostanze”, ha detto a volta l’avvocato difensore Luigi Calabrese, che ha posto l’attenzione sulle “lacune investigative”, quali, ad esempio, la mancanza di perizia sul principio attivo dei farmaci. “Non c’è certezza su che tipo di sostanze fossero. Sulla scatola c’era scritto Nandrolone. Ma siamo sicuri fosse proprio quello?”. Nelle sue conclusioni, per quel che riguarda il reato di ricettazione, l’avvocato Calabrese ha prodotto una recente sentenza sul doping del tribunale di Milano che ha escluso la configurabilità della ricettazione nel caso di acquisto di anabolizzanti per uso personale, ossia non allo scopo di alterare le prestazioni agonistiche durante una gara sportiva.

L’accusa di doping è caduta, ma per il giudice Catapano è responsabile di ricettazione per aver acquistato i farmaci per uso personale all’estero, e quindi fuori dai canali ufficiali, ed è responsabile di accesso abusivo a sistemi informatici, in quanto, inserendo le sue credenziali personali, si era introdotto nel sistema per poter accedere alle notizie di reato e scoprire se fosse o meno soggetto ad indagini.

La motivazione della sentenza sarà depositata entro 30 giorni. Il legale della difesa ha già fatto sapere che ricorrerà in Appello.

Sara Pizzorni

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