Centro diurno psichiatrico
alle Invasioni Botaniche
Anche il Centro diurno psichiatrico dell’Asst di Cremona partecipa alle “Invasioni Botaniche”. Ospite presso lo stand dell’associazione cremonese Come Together, ha portato in centro a Cremona una bici-cargo carica di vasi, piante e oggetti realizzati a mano con materiale di recupero, che è possibile “acquistare” attraverso una libera offerta. I fondi raccolti saranno poi destinati alle attività riabilitative.
La partecipazione a questa manifestazione nasce dalla volontà di dare al territorio un riscontro tangibile e visibile del lavoro fatto dagli utenti che partecipano ai tanti progetti promossi all’interno dell’Area di riabilitazione psichiatrica di via Belgiardino a Cremona. I laboratori dedicati alle piante hanno coinvolto dieci persone, che hanno imparato a prendersene cura.
“Questa iniziativa è orientata all’inclusione sociale”, spiega Roberto Pezone, responsabile delle strutture riabilitative della Psichiatria (UOP 29). “Le invasioni botaniche offrono agli utenti l’opportunità d’inserirsi nel contesto sociale e mostrare le diverse realtà ed esperienze condotte durante l’anno. Con loro ci saranno i nostri operatori, che durante l’anno li accompagnano nei diversi percorsi. L’obiettivo è anche in questo caso un’azione di contrasto allo stigma che da sempre colpisce gli utenti dei servizi dedicati alla salute mentale”.
Come spiegano Lorena Quinzani, Paola Forlani e Greta Damini, educatrici e referenti del progetto, “Le attività a contatto con la natura hanno l’obiettivo di sviluppare le capacità psico-motorie di ogni partecipante e incentivarli a socializzare. Giunto alla seconda edizione e gestito dal centro diurno, può contare sull’assistenza di una fiorista che insegna a conoscere le piante e prendersene cura in modo costante. La partecipazione alle Invasioni botaniche sarà un modo per dare alla cittadinanza la possibilità di avvicinarsi al tema della salute mentale, all’interno di una manifestazione importante e riconosciuta. È un modo per allenare la perseveranza e coltivare la speranza di veder sbocciare qualcosa, anche dentro sé”.